Mietono vittime quando i conflitti sono conclusi e rimangono a lungo una minaccia per la popolazione civile.
Per individuare in sicurezza le mine antiuomo, il gruppo di ricerca dell’Università di Firenze, coordinato da Lorenzo Capineri ha messo a punto un robot dotato di radar olografici e sensori per il rilievo del terreno, che può rintracciare gli ordigni senza mettere a rischio gli operatori.
Il robot è stato presentato ieri alla Scuola di Ingegneria in occasione dell’“Advanced Research Workshop on Explosive Detection” organizzato nell’ambito di “Science for Peace and Security”, il programma della NATO che promuove il dialogo e la cooperazione internazionale sulla base della ricerca scientifica, dell’innovazione tecnologica e dello scambio di conoscenze.
Nel 2015 il team dell’Ateneo fiorentino è stato scelto dall’organizzazione internazionale come partner del programma e ha portato avanti un progetto triennale per sviluppare nuove tecnologie elettroniche utili a rendere più efficiente e sicura la rilevazione di ordigni esplosivi durante le azioni di sminamento umanitario.
I radar olografici ideati dai ricercatori Unifi, infatti, sono in grado di ottenere immagini ad alta risoluzione di oggetti sotterrati, rilevandone in modo veloce e accurato dimensioni e forma. Essendo montati sul robot, eliminano i rischi all’incolumità degli operatori addetti allo sminamento e riescono a lavorare in condizioni ambientali complesse e con maggiore produttività.
Il convegno internazionale, che ha visto la partecipazione del rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei e del responsabile della Emerging Security Challenges Division della NATO Robert Weaver, è l’occasione per presentare i più recenti sviluppi della ricerca nel campo della rivelazione di ordigni sepolti.