Un progetto di collaborazione importante, per sviluppare la ricerca e le cure per i tumori rari ginecologici. E’ in atto tra Azienda sanitaria Toscana centro e Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.
Lo hanno presentato ieri, venerdì 16 marzo, nel corso di una conferenza stampa, l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e il direttore generale della Asl Toscana centro Paolo Morello Marchese, assieme al professor Giovanni Scambia, professore ordinario e oncologo, direttore della ginecologia del Gemelli, e al dottor Alberto Mattei, individuato dalla Asl Toscana centro come referente dell’attività, che sarà svolta in convenzione, e recentemente nominato direttore della struttura aziendale di ginecologia e chirurgia mininvasiva.
L’importante sinergia rappresenta, in ambito oncologico, un sicuro avanzamento nei progressi sia sulla pratica clinica, sia nel miglioramento dei protocolli diagnostici e terapeutici che saranno da ora in poi comuni tra le due Aziende. La collaborazione è attivata, in convenzione, tra la struttura del dipartimento materno infantile (diretta dal dottor Giansenio Spinelli) di chirurgia-mininvasiva ginecologica, diretta dal dottor Alberto Mattei e la ginecologia del Gemelli. La presenza del professionista fiorentino al Gemelli, in un reciproco scambio di esperienze, consentirà di garantire alle pazienti colpite da questa grave patologia, e residenti nei territori dell’Azienda Sanitaria, di accedere ai migliori trattamenti.
“Quella del Policlinico Gemelli è una struttura di grande eccellenza sul fronte dello studio e della ricerca sui tumori rari, che grazie a questo scambio coordinato può solo arricchire le nostre opportunità – ha detto l’assessore Saccardi – Ormai non si possono immaginare risposte solitarie, ma continuo scambio di casistiche e competenze”.
“Lo scopo delle due strutture di eccellenza – ha spiegato il professor Giovanni Scambia – è condividere percorsi, modi di gestire patologie complesse, aspetti formativi. Un rapporto bidirezionale, in cui ognuno dei due partner può dare qualcosa all’altro. Un modello interessante, un modo di fare ricerca migliore, in network. Ce lo copieranno in molti”.
“Quella tra noi e il Gemelli – ha aggiunto il dottor Mattei – è stata prima una collaborazione spontanea, poi sempre più organizzata. Oggi per certi tipi di patologie non è pensabile trattarle senza avere alle spalle una ricerca importante e una grossa squadra, che non è detto debba stare tutta nello stesso posto”.