La sicurezza è una partita complessa, che ha bisogno di politiche integrate per centrare l’obbiettivo, e la Regione Toscana, negli ultimi anni, si sta muovendo su tre linee di azione, che poi sono stati anche i temi di discussione ai tavoli dell’evento partecipativo di oggi. Serve la tecnologia, che poi si traduce in telecamere sempre più intelligenti e interconnesse tra di loro ma anche l’uso ad esempio di strumenti come whatasapp per creare gruppi di ‘sorveglianza passiva’ tra vicini.. E’ necessaria la rigenerazione urbana, ovvero lotta al degrado e quartieri più belli. E’ necessario che quei paesi e quartieri siano anche vissuti, una sorta di sicurezza ‘dolce’ e preventiva. Perché frequentare strade e giardini, ritirare su i bandoni di fondi sfitti, animare le piazze può prevenire od essere l’a ntidoto ad un senso di insicurezza.
“Una porta blindata in più non può essere la soluzione – riassume l’assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli – Chiudersi indebolisce alla lunga, serve invece un’azione dal basso”. Così è stato con i progetti speciali pop-up al Serraglio a Prato o al quartiere Garibaldi a Livorno.
In tre anni la Regione ha distribuito contributi per quasi 3,5 mlioni per finanziare sistemi di videosorveglianza a livello locale. Ne hanno beneficiato 223 Comuni e 18 Unioni.
“Le telecamere – dice – Bugli – aiutano le forza di polizia nelle indagini, aumentano la percezione di sicurezza. Il salto di qualità, rendendole ancora più intelligenti e interconnesse, è quello di farle diventare anche strumenti di prevenzione”. L’esperienza senese, con un unico soggetto pubblico che ha progettato un network che copre l’intera provincia, è sicuramente una buona pratica
Con i PIU, i progetti di innovazione urbana, la Regione ha finanziato con i fondi Fesr 2014-200 anche otto diversi interventi di riqualificazione urbana per altrettanti Comuni, con un contributo di quasi 44 milioni.
Ci sono poi i progetti speciali sulla sicurezza: cinque finanziati con quasi seicentomila euro alla fine del 2016 (Livorno, Prato, Pisa, Firenze,Lucca) a cui si è aggiunto di recente Montecatini. Si tratta di esperienze vincenti di presidio e controllo di vicinato, di modalità per ‘aggredire’ lo “sballo” notturno e rendere la movida vivibile, della rivitalizzazione di centri storici e di quartieri degradati, con una diversa progettazione urbanistica ma anche l’animazione culturale e artistica.
“Si capisce bene da tutto questo che la sicurezza è qualcosa di molto più complesso di quello che può apparire – chiosa l’assessore Bugli – ed anche per questo è necessario pensare anche alla formazione di specialistici, di cui le amministrazioni locali non possono fare a meno in futuro”.