Genitori troppo presi da mille impegni e figli concentrati soltanto sul display del proprio smartphone. In famiglia si dialoga sempre meno anche per queste ragioni e si riesce con difficoltà a stare insieme intorno alla tavola anche durante un pranzo domenicale
Tra lavoro e impegni quotidiani i genitori sono sempre più occupati e i figli sempre più incollati al proprio smartphone. Anche e non soltanto per questi motivi, sette famiglie su 10 non dialogano più a tavola.
Nel ‘corri corri’ generale, il ritmo frenetico è purtroppo all’ordine del giorno. Così anche il momento del pranzo o della cena si riduce frequentemente soltanto a un “mordi e fuggi”, scappando letteralmente da tavola, laddove invece sarebbe opportuno per genitori e figli stare un po’ insieme a raccontarsi e condividere la propria giornata.
Monitorati 2.000 italiani tra i 18 e i 65 anni
È quanto emerge da uno studio de La Cremeria, in occasione del lancio della campagna #NonScappare a favore del piacere di stare insieme in famiglia, che si pone l’obiettivo di stimolare ad una maggiore condivisione e dialogo in famiglia partendo dal concetto per cui “il gelato rappresenta di per sé qualcosa che aggrega”.
Lo studio è stato condotto con metodologia Woa (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio web su circa 2000 italiani dai 18 ai 65 anni e raccogliendo il parere di un pool di 20 esperti sull’importanza dell’unione familiare soprattutto allorquando si è insieme per condividere il pranzo o la cena.
Perchè si mangia in fretta e non si parla
Quali sono i motivi per cui è sempre più difficile per genitori e figli dialogare insieme a tavola? Per sette italiani su 10 (71%) la difficoltà principale è da ricondursi ai molteplici impegni lavorativi dei genitori o ludico-sportivi dei figli che inducono i componenti della famiglia a mangiare in fretta, alzandosi subito dopo aver consumato il pasto senza magari neanche preoccuparsi che tutti abbiano finito. Per sei su 10 (63%) non si dialoga perché si rimane intenti a pensare a quanto si stava facendo prima o si dovrà fare dopo anche se si è seduti fisicamente gli uni accanto agli altri intorno alla stessa mensa; per quattro su 10 (42%) semplicemente perché i figli non vogliono raccontare le proprie cose ai loro genitori, presumendo che essi non siano in grado a prescindere di comprenderli.
I figli scappano perchè
Nel dettaglio, ecco le ragioni principali per cui i figli scappano subito da tavola appena hanno finito di pranzare. Se si parla di millennials, tra i maschi sei su 10 (67%) hanno fretta di ritornare al loro videogioco preferito che hanno talvolta dovuto interrompere proprio per poter pranzare; cinque su 10 (54%), quando c’è il campionato di calcio, non vogliono perdersi nemmeno il pre-partita della propria squadra del cuore, laddove più di quattro su 10 (47%) sono desiderosi di rimettersi le cuffie nelle orecchie per ascoltare il proprio rapper preferito oppure guardare video divertenti su YouTube.
Per quanto riguarda invece le ragazze adolescenti, sette su 10 (72%) desiderano ritornare sui social a produrre contenuti, in particolare stories su Instagram; cinque su 10 (53%) vogliono subito accordarsi con le proprie amiche per l’uscita pomeridiana o serale insieme; laddove più di tre su cinque (37%) preferiscono rilassarsi invece guardando una serie su Netflix.
I genitori scappano perchè
Se i figli hanno fretta di lasciare la tavola, i loro genitori non sono da meno e spesso sono i primi a non dare purtroppo il buon esempio, anche se per motivi evidentemente diversi. In realtà più di un papà su due (57%), finito il pranzo domenicale, vuole solo raggiungere il divanoper riposarsi un po’ o comunque per riprendere la lettura del quotidiano (43%); laddove più di una mamma su due (56%) ha fretta di sparecchiare la tavola, lavare i piatti o fare altri servizi domestici prima di godersi un po’ di meritato riposo, oppure è desiderosa di effettuare una videochiamata o di telefonare l’altro suo figlio che vive lontano da casa per motivi professionali (44%).
Il pranzo in famiglia importante per la crescita
Il tempo trascorso in famiglia tra genitori e figli, ahimè, è sempre troppo poco. Infatti, stando ai dati Istat, “un terzo delle persone occupate con figli è insoddisfatto del tempo dedicato alla famiglia, uomini e donne in percentuale simile”. Tuttavia, più che la quantità, a incidere maggiormente è senza dubbio la qualità del tempo trascorso insieme. A tal proposito, secondo uno studio pubblicato sulJournal of marriage and family, le ore trascorse con entrambi i genitori hanno un effetto particolarmente benefico nel processo di crescita dei figli. Raccontarsi, discutere o semplicemente anche pranzare e cenare con mamma e papà aiuta infatti i figli a conseguire risultati scolastici migliori e a non assumere condotte e stili di vita devianti.
La tavola come luogo simbolico
Eppure il pranzo in famiglia costituisce un’occasione significativa per consolidare l’unione familiare, rafforzarne i legami tra i membri, specie tra genitori e figli, recuperando il gusto e il piacere di stare insieme e condividere. “Una delle principali espressioni della socialità umana è senza dubbio la commensalità – afferma Lucio Meglio, docente di Sociologia dei processi culturali all’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale – termine che letteralmente significa: colui che siede con altre persone attorno a una medesima “mensa”. In questa accezione la “tavola” diviene luogo simbolico per eccellenza attorno alla quale la famiglia, genitori e figli, si incontrano quotidianamente per creare uno scambio relazionale e culturale, oltre che di trasmissione di valori e norme condivise. Passare del tempo assieme e in modo corretto garantisce una maggiore coesione relazionale tra i membri della famiglia che a tavola esprimono emozioni, gioie e senso di appartenenza”.
10 ‘regole’ per mangiare bene insieme
Ecco allora i 10 suggerimenti degli esperti per #NonScappare e migliorare la qualità del tempo insieme anche a tavola:
Silenzio, parla la famiglia: il momento della cena o del pranzo in famiglia deve tornare ad essere un momento in cui si racconta la propria giornata, si scambiano opinioni su futilità o pareri su argomenti di interesse generale. L’importante è parlare e parlarsi.
No allo smartphone a tavola: essere ‘non in linea’ o silenziare WhatsApp almeno quando si pranza o si cena insieme, aiuta sicuramente a essere presenti a tavola non soltanto fisicamente;
Stop alla tv: bisogna evitare che il sottofondo del piccolo schermo impedisca, con la sua voce fuori campo, ogni forma di conversazione tra genitori e figli;
Ascoltare: valorizzare un ascolto attivo ed empatico dell’altro, sia dei figli nei confronti dei propri genitori che viceversa;
Guarda negli occhi: per poter trasmettere empatia è bene guardarsi in viso mentre si parla. Come accorgersi altrimenti di una risata, un sorriso o una smorfia di dissenso?
Ringraziare: bisogna abituarsi, soprattutto per i figli, a non dare per scontato quanto si riceve dall’amore di mamma e papà, imparando a ringraziare spesso mamma per le sue premure con un bel complimento, e non soltanto quando prepara un ottimo pranzo;
Condividere: oltre alle pietanza sul tavolo, è bene anche condividere emozioni, ricordi e ‘pezzi di vita’. In fin dei conti, la famiglia è anche questo.
Aiutare: una buona opportunità per rimanere insieme genitori e figli è offerta dalla disponibilità ad aiutare la mamma, magari ad apparecchiare e sparecchiare la tavola;
Imparare a togliere tempo alle proprie cose: rimanere più tempo seduti a tavola può essere talvolta un esercizio di pazienza. È invece un utile allenamento a vincere il proprio egoismo e a fare spazio agli altri;
Valorizzare il tempo trascorso insieme: i momenti vissuti insieme nella gioia sono sempre preziosi perché costruiscono l’unità di una famiglia, nella consapevolezza che “A tavola non si invecchia!”
Notizia tratta dal sito www.dire.it