Sicurezza sul lavoro, Rossi: “L’obiettivo deve essere infortuni mortali zero”

Grazie a tutti i presenti qui a questa tavola rotonda. La decisione di fare annualmente un rapporto sugli infortuni sul lavoro è importante. E’ giusto che tutte le articolazioni si integrino, confrontino i dati, lavorino insieme“. E’ quanto ha detto il presidente Enrico Rossi, nel suo intervento conclusivo alla tavola rotonda che ha chiuso la mattinata dedicata alla sicurezza sul lavoro, che si è tenuta nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, con la presentazione del report sugli infortuni sul lavoro in Toscana e l’illustrazione del piano regionale per la sicurezza 2019. Alla tavola rotonda hanno preso parte i soggetti firmatari del protocollo d’intesa sul coordinamento e il monitoraggio della sicurezza del lavoro: l’accordo è stato siglato nell’aprile del 2018 tra Regione Toscana, Inail, Ispettorato del lavoro, Vigili del fuoco e parti sociali e il report che è stato illustrato è parte delle attività concordate.

La mia esperienza mi dice che, quando si vuole, l’incidentistica, magari non si azzera, ma cala sensibilmente. Laddove le cose sono state prese sul serio, i risultati si sono ottenuti, anche quando sembrava impossibile“, ha sottolineato il presidente, portando gli esempi della Lucchini di Piombino e della Solvay. “Piano piano queste aziende hanno studiato e hanno fatto dell’azzeramento un obiettivo di qualità e anche di premialità interna. In alcuni aziende c’è addirittura un display che conta da quanto tempo non si è verificato più un incidente. Le tecnologie possono fare molto, ma sono molto importanti anche i comportamenti. Tutto questo richiede lo sviluppo di una cultura della sicurezza nelle aziende, richiede responsabilità. Conosco imprenditori – ha ricordato ancora Rossi – che vanno sui cantieri e qualche vol ta strattonano i lavoratori, se le regole della sicurezza non vengono rispettate. Ma altre volte questo aspetto diventa secondario“.

La Toscana vive le contraddizioni di questo Paese, che si riflettono anche sul lavoro – ha proseguito il presidente – Io sono convinto che l’intervento dello Stato deve essere costante e continuativo, altrimenti ha il sapore della punizione e basta“. Ha citato l’esempio di quanto la Regione ha fatto e sta facendo a Prato: “Abbiamo fatto interventi di controllo per due volte su circa 8.000 laboratori cinesi. Alla seconda visita, il 75% si era messo in regola. E’ la dimostrazione che possiamo intervenire: come abbiamo fatto anche sui porti e sulle cave delle Apuane. Bisogna trovare una nuova tutela che garantisca la sicurezza sul lavoro. Certo, ci vuole anche la repressione, ma accanto a formazione, assistenza, promozione dei comportamenti corretti. Si può fare di più e si può fare meglio. C’è un diritto alla tutela del lavoro e alla sicurezza – ha concluso Rossi – Il Piano prevederà iniziative in quei settori che necessitano di maggior attenzione alla sicurezza. E per l’anno prossimo, mi permetterei di suggerire anche un maggior collegamento con scuole e Università“.

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