In Toscana si torna a parlare di scuola e di investimenti nelle strutture. Un miliardo e cento milioni di euro, è questo il fabbisogno economico per l’adeguamento e la messa in sicurezza degli edifici scolastici esistenti in Toscana. Il dato è emerso da un’indagine IRPET ed è stato anche al centro del dibattito che ha visto la presenza dell’assessore regionale all’istruzione e formazione, Cristina Grieco, che in questa settimana è stata prima a Pistoia, dove la Regione ha finanziato un intervento di recupero e adeguamento dell’Itts Fedi Fermi, poi è intervenuta al seminario nazionale su “Scuola e Costituzione” promosso a Firenze da Ministero dell’istruzione università e ricerca.
La scuola – ha detto l’assessore Grieco – deve rappresentare il luogo dell’accoglienza e dell’ospitalità perchè è un elemento essenziale per la crescita di cittadini consapevoli e responsabili. E questa crescita deve avvenire prima di tutto in sicurezza, all’interno di strutture adeguate. E’ per questo che come Regione, grazie alle segnalazioni da parte delle Province, abbiamo presentato al Ministero un Programma che prevede 516 interventi in altrettanti plessi scolastici di ogni ordine e grado, sui circa 2.600 esistenti in Toscana. Per attuarlo servirebbero ben 1,1 miliardi di euro che noi abbiamo richiesto nell’ambito del Piano triennale 2018 – 2020 per concorrere alla concessione dei mutui della Bei, la Banca europea degli investimenti. Ribadiamo qui la richiesta che come Regioni abbiamo già presentato nella Conferenza unificata del 6 settembre di un impegno economico straordinario sul tema dell’edilizia scolastica “.
L’articolo 34 della Costituzione afferma proprio che “la scuola è aperta a tutti” e quindi la necessità di rendere davvero effettivo questo diritto, anche predisponendo plessi adeguati e sicuri sarebbe auspicabile. Ci sarebbe la necessità di riflettere seriamente sulla scuola, costruendo una nuova cultura fondata sui valori democratici e sul rispetto reciproco. Quindi, come afferma l’articolo 3, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, a partire dai tanti minori non accompagnati che giungono in Italia a causa della fame e delle guerre che affliggono i loro Paesi e che noi abbiamo il dovere di accogliere garantendo loro un’istruzione.
Articolo di Benedetta Marziali