La fonte rinnovabile che nel 2016 italiano ha fornito il contributo più importante alla produzione elettrica effettiva è quella idraulica (39% della produzione elettrica da Fer), mentre alla geotermia è imputabile “solo” un 6% secondo i più recenti dati pubblicati dal Gestore dei servizi energetici (Gse). Eppure, la geotermia è per il Paese una fonte energetica rinnovabile particolarmente preziosa: è infatti «caratterizzata da una disponibilità pressoché costante nel corso dell’anno; di conseguenza, in confronto agli altri impianti alimentati da fonti rinnovabili, le prestazioni degli impianti geotermoelettrici risultano le migliori in termini di producibilità».
Nel 2016 gli impianti geotermoelettrici italiani hanno registrato mediamente 7.720 ore equivalenti (fattore di capacità dell’88%), quanto basta per stabilire che la «fonte rinnovabile più produttiva è quella geotermica».
E se per queste sue caratteristiche intrinseche la geotermia è una fonte particolarmente preziosa per il Paese nella sua interezza, lo è ancor più per l’area dove in assoluto la sua coltivazione è maggiormente sviluppata, ovvero l’Italia centrale e la Toscana in particolare.
Se a livello nazionale, nel 2016, è infatti la Lombardia la regione con la più alta concentrazione di potenza installata rinnovabile tra tutte le regioni italiane, la «Toscana, grazie principalmente allo sfruttamento della risorsa geotermica, è invece la regione con maggior potenza installata nel Centro Italia». Un contributo che emerge con ancor più grande evidenza dettagliando il campo d’indagine a livello provinciale. Il Gse documenta infatti che «le province in cui si è prodotta più elettricità da fonti rinnovabili nel 2016 sono Bolzano e Sondrio: rispettivamente, il 5,7% e il 5,0% della produzione nazionale», ma tra le regioni del Centro «si evidenzia la provincia di Pisa, dove la produzione – grazie principalmente al contributo degli impianti geotermoelettrici – è stata pari al 3,3% del totale nazionale».
Notizia tratta dal sito www.greenreport.it