Nel 2017 italiano sono state avviate riciclo 361.403 tonnellate di imballaggi in acciaio provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti, un quantitativo sufficiente «per realizzare ben 3.600 chilometri di binari ferroviari, in grado di collegare Bari e Mosca» come spiega Ricrea nel corso della propria assemblea nazionale.
Secondo i dati presentati dal Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio, il 2017 rispetto all’anno precedente ha segnato sia un incremento della quantità di imballaggi immessi a consumo (479.737 tonnellate, in crescita del +1,3%) sia dei Comuni coinvolti in convenzioni (5.666), con una popolazione servita che ha raggiunto quota 82%: «Il tasso di recupero, pari al 75,3% rispetto alle quantità immesse a consumo – dichiarano da Ricrea – ci posiziona tra i migliori in Europa».
Grazie alle 361.403 tonnellate di acciaio recuperato dagli imballaggi in Italia nel 2017 si è ottenuto inoltre un risparmio diretto di 686.660 tonnellate di minerali di ferro e di 216.842 tonnellate di carbone, oltre che di 646.922 tonnellate di CO2.
L’ultimo anno ha segnato però soprattutto un cambio di passo sul lato economico del recupero di acciaio, attraverso – naturalmente – le acciaierie, gli impianti necessari al riciclo di questa frazione di materiali (un’operazione dalla quale, come ogni attività industriali, esiteranno poi altri scarti che sarà necessario gestire). Come informano da Ricrea infatti, « grazie a un «incremento significativo dei ricavi da cessione materiale», nel 2017 sono aumentati «i ricavi del Consorzio e questo trend positivo ha consentito di ridurre ulteriormente il Contributo ambientale Conai (Cac), che dal 1 gennaio 2018 ha raggiunto quota 8 euro/ton, il valore più basso dalla costituzione di Ricrea».
È utile qui ricordare che il Cac, stabilito per ciascuna tipologia di materiale di imballaggio, rappresenta la forma di finanziamento attraverso la quale Conai ripartisce tra produttori e utilizzatori il costo per quelli che non a caso vengono denominati i maggiori oneri della raccolta differenziata, per il riciclaggio e per il recupero dei rifiuti di imballaggi. Per quanto riguarda l’acciaio, il Cac negli ultimi anni ha continuato a ridursi: 31 euro/ton del 2010, 26 euro/ton nel 2012, 21 euro/ton da aprile 2015, 13 euro/ton da ottobre 2015 fino ad arrivare agli attuali 8 euro/ton.
«Per la prima volta (Ricrea nasce nel 1997, ndr) i ricavi generati dalla vendita di materiale hanno superato le entrare dovute al contributo ambientale – spiega Federico Fusari, direttore generale di Ricrea – Il valore di 8 euro/ton, oltre ad essere un importante fattore competitivo per le imprese consorziate, rappresenta la misura dell’efficienza gestionale raggiunta dal Consorzio. La sfida che ci attende nei prossimi anni sarà quella di continuare a far fronte alle minori entrate dovute alla riduzione del Cac assicurando al tempo stesso un maggior impegno nei confronti dei Comuni».
Notizia tratta dal sito www.greenreport.it