I Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) sono oggetti complessi, che contengono al loro interno una moltitudine di materiali che potrebbero essere riciclati: metalli preziosi come l’oro, terre rare, ma anche una significativa percentuale di plastiche. In particolare, i rifiuti elettronici che appartengono al raggruppamento R4 – come i piccoli elettrodomestici, i cellulari o l’elettronica di consumo – siano composti da plastiche per oltre il 30% del loro peso. Da questo dato nasce un apposito progetto di ricerca che mira a individuare nuove tecnologie per il recupero e il trattamento della plastica contenuta nei Raee, mettendo insieme le competenze di Ecolight (consorzio nazionale per la gestione dei Raee), del dipartimento di Ingegneria meccanica e industriale dell’Università di Brescia e dell’impianto di trattamento rifiuti Stena Technoworld.
Ad oggi la gestione della plastica contenuta nei Raee risulta penalizzata da alcuni fattori: innanzitutto, la grande diversità dei polimeri utilizzati rende sempre più complesso l’obiettivo di ottenere frazioni più omogenee e pulite riutilizzabili. Inoltre, la presenza di plastiche con ritardanti di fiamma bromurati impone la necessità di un ulteriore processo di separazione per massimizzare la componente riciclabile della plastica stessa. Individuare nuove tecnologie in grado di superare questi ostacoli attribuiscono al progetto di Ecolight, Università di Brescia e Stena Technoworld un’importanza nazionale ed europea.
L’iniziativa, dal titolo “Separazione e selezione delle plastiche contenute nei Raee di cui al raggruppamento 4 (piccoli elettrodomestici): innovazioni di processo e miglioramento delle percentuali di riciclo e recupero”, prevede un investimento di circa 300 mila euro di cui la metà è stata finanziata dal ministero dell’Ambiente nell’ambito del bando per il cofinanziamento di progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie di recupero riciclo e trattamento dei Raee. Con un bacino d’interesse di tutto rispetto: a fronte di una raccolta che in Italia nel 2017 ha superato le 55.000 tonnellate di piccoli Raee (quelli appartenenti al raggruppamento 4), in crescita del 9% rispetto all’anno precedente, il progetto va a considerare le 16.000 tonnellate di plastica che, una volta raccolte, devono essere sottoposte a trattamento e recupero.
In particolare il progetto – che ha una durata di 18 mesi – prevede una fase iniziale di validazione del processo di flottazione attuale per caratterizzare le frazioni ottenute dalla separazione sia in termini di composizione merceologica (polimeri), sia di presenza di bromo. Quindi, analizzando alcuni campioni di plastica trattata, saranno studiate nuove tecniche per incrementare l’efficienza di separazione della plastica ottenuta e migliorare la qualità della materia finale.
Notizia tratta dal sito www.greenreport.it