I pannolini usati pesano in Italia circa 900mila tonnellate ogni anno, rifiuti indifferenziati che per gran parte (65%) finiscono in discarica e per la parte rimanente a termovalorizzazione. Per trovare un’altra strada, nel 2015 è stata avviata presso Contarina spa a Lovadina di Spresiano la fase di sperimentazione, a volumi industriali, del riciclo dei pannolini: da 1 tonnellata di prodotti usati l’impianto è in grado di ricavare 75 kg di plastica e 225 kg di materia organico-cellulosica. I rimanenti 700 kg, naturalmente, non spariscono ma rappresentano rifiuti che è necessario gestire secondo logica di prossimità e sostenibilità, ricordandoci come da ogni processo di riciclo esitino altri rifiuti. Ma nel frattempo una nuova via per il riciclo è stata aperta: per dargli anche sbocchi concreti è necessario che i materiali riciclati rinascano come nuovi prodotti, e vengano dunque ri-acquistati sul mercato.
A tal proposito l’italiana Fater e la statunitense Kiverdi, leader nelle biotecnologie, hanno annunciato oggi,lunedì 19 febbraio, di aver firmato un accordo di partnership per la realizzazione di un processo che tramite gassificazione convertirà la cellulosa ricavata dal riciclo dei prodotti assorbenti per la persona usati, in prodotti a base biologica ad alto valore aggiunto. Nello specifico, la tecnologia Kiverdi verrà utilizzata per realizzare un processo che tramite gassificazione convertirà la cellulosa ricavata grazie alla tecnologia unica al mondo sviluppata da Fater su scala industriale di riciclo dei prodotti assorbenti per la persona usati, in prodotti a base biologica che potranno essere utilizzati per la nutrizione delle piante, per la realizzazione di imballaggi biodegradabili e materiali per applicazioni mediche.
«Siamo entusiasti della partnership con Kiverdi che consentirà di compiere ulteriori progressi nello sviluppo della nostra tecnologia per il riciclo dei prodotti assorbenti per la persona usati – commenta Giovanni Teodorani Fabbri, general manager della Fater AHP-R, la divisione dedicata alla sostenibilità ambientale della Fater Spa – Questo consentirà di ottenere chiari vantaggi ambientali come l’eliminazione dell’invio di questa tipologia di rifiuti in discarica o negli inceneritori ma anche economici, stimolando la competitività dei prodotti a base biologica rispetto a quelli a base fossile».
L’accordo raggiunto, sottolineano da Fater, è parte del progetto Embraced finanziato dall’Ue nell’ambito del programma Bio Based Industry Joint Undertaken parte di Horizon 2020, un consorzio internazionale di imprese che ha l’obiettivo di creare la tecnologia per convertire materie prime seconde provenienti dal riciclo di prodotti assorbenti per la persona usati in prodotti a base biologica come bioplastiche, fertilizzanti e prodotti chimici di alto valore.
Notizia tratta dal sito www.greenreport.it