Ricerca e innovazione, la Toscana riflette su priorità dopo 2020. L’incognita dei fondi disponibili

Ci sono le tecnologie digitali a servizio di treni e veicoli autonomi, le nanotecnologie per le bonifiche e poi ancora i prodotti intelligenti nella moda o la stampa 3-D a servizio di sanità ed industrie che producono dispositivi medici. E poi ancora l’industria 4.0, il riutilizzo degli scarti, il tentativo di combinare tradizione e innovazione, il risparmio energetico.

La Toscana della ricerca e dell’innovazione (qui il racconto Toscana Tech 2017) sta pensando alle nuove priorità per il prossimo settennato europeo 2021-2027. E lo fa interrogandosi con quarantatré road map in vista della revisione della Ris3, ovvero la strategia di specializzazione intelligente che per chi appunto fa ricerca, innova o si occupa di trasferimento tecnologico costituisce la cornice di riferimento per l’accesso alla risorse europee gestite dalla Regione.

Negli ultimi quattro anni la Toscana ha puntato su Ict e fotonica, fabbrica intelligente, chimica e nanotecnologie. Sono le parole chiave e i settori su cui sono stati finanziati oltre duemilacinquecento progetti, con quasi 300 milioni di euro di risorse impegnate. Ora si cambia o si potrebbe cambiare. Lo snodo è è importante – solo i progetti in linea con le priorità della strategia potranno infatti essere ammessi a contributo – e la discussione è partita dal basso e proseguirà con la stessa filosofia partecipativa, con documenti aperti a commenti e integrazioni dei territori disponibili da oggi, 1 marzo, fino al 30 aprile sulla piattaforma regionale opentoscana.it.

Le roadmap raccolgono già gli spunti e i contributi tecnici emersi durante gli incontri che si sono succeduti nei dodici distretti tecnologici della regione: dalla moda al cartario, dalla fotonica e robotica al distretto dell’arte e dei beni culturali, da quello dell’economia verde all’energia. L’Osservatorio che si è riunito in plenaria lo scorso 22 febbraio li ha tutti ben riassunti. Sono stati coinvolti oltre trecento soggetti, dai centri di ricerca ai dipartimenti universitari fino alle imprese. Ma l’obiettivo è una condivisione ancora più ampia e dopo la consultazione on line ci saranno da maggio altri seminari a tema aperti. Poi, dopo l’estate, la proposta definitiva sarà inoltrata agli uffici della Commissione europea.

L’Europa, ricorda il presidente della Toscana, ci chiede di disegnare le nostre strategie di innovazione ascoltando il territorio; è l’unico modo per fare innovazione efficace ed è quello che la Toscana ha sempre fatto e fa. C’è però l’incognita delle risorse che dopo il 2020 potranno essere gestite. I fondi destinati alle Regioni e alle politiche di coesione rischiano infatti di pagare il prezzo della Brexit e delle nuove sfide che la Ue ha dinanzi a sé, dalla sicurezza alla difesa comune e l’immigrazione. Una strada di tagli e politiche nuovamente centralizzate che non va bene e che rischia di alimentare solo euroscetticismo ed egoismi, come il presidente ha scritto nella recente lettera aperta inviata al presidente del consiglio italiano alla vigilia del Consiglio europeo di Bruxelles.

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