Cristalli microscopici di silicio che assorbono e rimandano i raggi luminosi da convertire in energia elettrica, da usare per trasformare le finestre in pannelli fotovoltaici. E un impianto pilota ad alta tecnologia per far avanzare l’acquacoltura in Egitto. Sono i due progetti avviati dall’Alma Mater di Bologna col sostegno di Eni, in seguito all’accordo di collaborazione stipulato nel 2017 in occasione del G7 ambiente sotto le Due torri.
L’Università felsinea e il colosso dell’energia hanno fatto il punto ieri mattina a Bologna sul primo anno di attività insieme. L’accordo, di durata triennale e del valore di cinque milioni di euro, ha dato il via a progetti di sviluppo e di ricerca sui temi dell’energia. Per il primo anno di collaborazione Eni ha stanziato 1,4 milioni di euro e ad oggi sono stati attivati sette workshop e 11 contratti di ricerca in otto dipartimenti dell’Alma Mater, con il coinvolgimento di 15 gruppi di scienziati.