Secondo i piani del governo della Repubblica popolare cinese, i veicoli elettrici svolgono un ruolo essenziale per migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni di CO2 in un Paese ammalato per l’inquinamento di uno sviluppo rapidissimo. Ma c’è un problema: nonostante tutti gli sforzi per incrementare le “energie pulite”, in Cina la maggior parte dell’elettricità viene prodotta ancora dalle centrali a carbone e in molti si chiedono quanto sia efficace questa strategia.
Se lo chiede anche il rapporto “Impacts of fleet types and charging modes for electric vehicles on emissions under different penetrations of wind power” pubblicato su Nature Energy da un team di ricercatori cinesi e statunitensi delle università di Harvard e Tsinghua di Pechino che ha scoperto che «I veicoli elettrici privati in Cina possono avere un effetto positivo sulla riduzione di CO2 se i proprietari saranno incentivati a caricare lentamente i veicoli nelle ore non di punta, consentendo un uso più efficace dell’energia prodotta con l’eolico, Invece, ricaricare rapidamente i veicoli in “modalità veloce” a più alta energia può essere controproducente».
Però, in Cina gli autobus e i taxi stanno dando un contributo significativo alle emissioni di ossidi di azoto (NOX), un importante precursore dell’inquinamento atmosferico. Il team anglo-cinese ha determinato che «Elettrificare la flotta di autobus e taxi offre l’opzione più efficace per migliorare la qualità dell’aria».
Uno degli autori dello studio, Michael B. McElroy della School of engineering and applied Sciencese (Seas) e del Department of Earth and planetary sciences dell’Harvard University, sottolinea che «Questa ricerca offre una strategia più sfumata per ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità dell’aria in Cina».
Anche secondo il principale autore dello studio, Xinyu Chen del Seas, «Per massimizzare i benefici delle energie rinnovabili, è di fondamentale importanza che la ricarica dei veicoli elettrici sia gestita correttamente».
Per sviluppare un modello completo del sistema energetico, i ricercatori hanno utilizzato i dati della domanda di energia in tempo reale e modelli di traffico a Pechino e nei suoi immensi sobborghi e hanno scoperto che il modo in cui vengono ricaricati i veicoli elettrici, lenta a bassa energia che in modalità rapida ad alta energia, svolge un ruolo significativo nell’integrazione dell’energia eolica. In genere, la ricarica dei veicoli in modalità veloce da 30 minuti o meno avviene durante le ore di massima richiesta di energia elettrica, aumentando quindi il picco della richiesta di energia e costringendo a far mettere in linea altre centrali a carbone. In questo modo, l’opportunità di sfruttare l’energia eolica disponibile è ridotta.
Chris P. Nielsen, direttore esecutivo di l’Harvard China Project e co-autore dello studio, è convinto che «Se le persone fossero incentivate ad aspettare fino a sera e a caricare i loro veicoli in modalità di carica lenta, che richiede ore, il carico di energia potrebbe sfruttare l’energia eolica disponibile durante le ore non di punta».
I ricercatori hanno scoperto che, in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico, la flotta di veicoli pubblici alimentata a gas o diesel di Pechino – circa 30.000 autobus e 66.000 taxi – è responsabile di circa il 20% delle emissioni totali di NOX, equivalente alle emissioni di 8,2 milioni di veicoli privati. Elettrificare la flotta di autobus e taxi della capitale cinese ridurrebbe in modo significativo le emissioni totali di NOX e aumenterebbe la qualità dell’aria.
McElroy conclude: «Elettrificare la flotta pubblica e introdurre incentivi per caricare veicoli elettrici privati in orari non di punta sarebbe la strategia più efficace per ridurre le emissioni di NOX e CO2 a Pechino. Questa strategia potrebbe essere applicata anche alle città di tutto il mondo che hanno nel carbone una significativa fonte di elettricità».
Notizia tratta dal sito www.dire.it