Sicurezza: potenziato ulteriormente il sistema di videosorveglianza del comune di Rignano sull’Arno.
Progetto cofinanziato dalla Regione Toscana che ha permesso all’amministrazione comunale di implementare il numero di telecamere e di zone controllate e dotarsi di sistemi tecnologici di ultima generazione come gli apparati di lettura targhe dei veicoli stradali.
Un sistema di videosorveglianza urbana all’avanguardia che ad oggi può contare su 32 telecamere, 24 delle quali installate nel capoluogo e 8 nelle frazioni di Rosano, San Donato in Collina, Troghi, Torri, Cellai e Pian dell’Isola.
Camere ad alta definizione e dotate di sensori notturni infrarossi posizionate ad arte nelle zone più sensibili: a Rignano ben 9 occhi elettronici sono stati installati nella zona della stazione e dei sottopassi ferroviari.
A tutto questo si aggiungono, come già anticipato, 3 nuove apparecchiature di lettura targhe, installate lungo le direttrici principali del traffico del Comune come le località di San Donato e Bombone e il capoluogo stesso.
L’intero sistema registra le immagini secondo quanto stabilito dall’Autorità Garante della Privacy e le trasmette, in diretta, ai monitor presenti nei locali del Comando territoriale di Rignano, sia presso la Centrale Operativa del Comando di Polizia Municipale Arno-Sieve a Pontassieve, con cui da anni il comune di Rignano condivide la gestione associata del servizio.
“La sicurezza è una garanzia che vogliamo dare ai nostri cittadini e la videosorveglianza urbana è uno strumento che può aiutare in tal senso.”
Ha dichiarato presentando il nuovo sistema Daniele Lorenzini, Sindaco di Rignano sull’Arno.
“Un diritto particolare e molto delicato tanto che, a differenza di altri (salute, istruzione, lavoro …), deve essere contemperato rispetto ad altri diritti e che si configura non solo come un bene soggettivo, di ogni singola persona, ma come un bene pubblico, dato dall’equilibrio tra il diritto a vivere tranquillamente, senza correre rischi, e il diritto alla libertà di tutte le altre persone”.
Articolo di Benedetta Marziali