Presentato da Sì – Toscana a sinistra, emendato dal Partito democratico e sottoscritto dal consigliere Enrico Sostegni, l’atto punta all’apertura di un tavolo di trattativa per correggere il Piano industriale
Favorire l’eventuale apertura di un tavolo di trattativa con i lavoratori e le rappresentanze sindacali per accogliere le richieste avanzate dal coordinamento regionale precari e correggere il Piano industriale su presenza territoriale, consegna della corrispondenza, organizzazione del lavoro e livello del servizio ai cittadini.
È quanto chiede una mozione presentata da Sì – Toscana a sinistra che il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità.
Il testo, emendato e sottoscritto dal consigliere del Pd Enrico Sostegni, ha raccolto anche le integrazioni presentate dalla consigliera Ilaria Giovannetti (Pd) per un’attenzione particolare verso le zone più disagiate. “Ho appreso – ha detto la consigliera – che in alcuni territori già per natura fragili come Serravezza e Stazzema, Poste ha intenzione di predisporre il servizio di consegna a giorni alterni”. Ricordando gli impegni già assunti dal Consiglio con specifici atti (sul Piano di razionalizzazione e per la tutela dei cittadini, per la difesa del servizio, per la salvaguardia dei livelli occupazionali nel Centro di meccanizzazione di Sesto Fiorentino), Giovannetti ha ringraziato il gruppo Sì – Toscana a sinistra per la mozione presentata e illustrata in Aula da Tommaso Fattori. “Il bilancio di Poste ha un andamento positivo ormai da anni. L’utile 2016 ammonta a 633 milioni” ha osservato Fattori. Il “massiccio impiego di contratti a tempo determinato, passati dai 1844 nel 2012 ai 4545 nel 2016, ha avuto come conseguenza il calo di personale a tempo indeterminato, negli ultimi cinque anni, dell’1,4 per cento e una crescita del 30 per cento dei precari” ha detto ancora il capogruppo Sì.
D’accordo con il testo si è dichiarata Elisa Montemagni (Lega): “Siamo di nuovo a parlare di Poste” ha esordito. “Sono anni che assistiamo a vere e proprie emorragie sul territorio” ha detto ricordando che i presidi postali sono “utili anche come centri di aggregazione sociale”. (f.cio)