Prenderà il via nel mese di settembre un progetto innovativo legato alla Pet Therapy, che coinvolgerà gli operatori dell’Hospice di Arezzo. Un progetto che intende prevenire o alleviare lo stress psicofisico ed emotivo di coloro che lavorano in questa struttura, adibita ad accogliere per lo più i malati terminali. Un tipo di lavoro che può mettere a dura prova la sfera emotiva del personale sanitario.
Il progetto, che mira forse tra i primi ad occuparsi tramite Pet Therapy del benessere degli operatori, viene gestito e portato avanti dall’associazione G.A.I.A (Gruppo di Aiuto Interdisciplinare con Ausilio di Animali). L’esperienza della Pet Therapy all’interno del San Donato è fortemente positiva. Il 98% degli utenti (assistiti e personale sanitario), sottoposto a questionario di gradimento dopo aver fruito di questa opportunità, si è detto favorevole all’iniziativa e all’aumento del numero di visite dei cani nei reparti coinvolti.
Durante le sedute di Pet Therapy – ci spiega Elena Bisconti, presidente G.A.I.A. – i cani vengono condotti in reparto, nella sala dove le persone aspettano il loro turno. Il paziente così si rilassa, spostando l’attenzione dal pensiero ansiogeno della seduta che dovrà affrontare sul cane”.
Nel reparto di Oncologia, i cani vengono portati nelle sale di aspetto dove ci sono pazienti in attesa di prelievo o seduta di chemioterapia ma è capitato che alcuni pazienti richiedessero la presenza del cane anche durante il prelievo. “Molti chiedono di spostare la terapia nei giorni di martedì e giovedì, quando è presente l’associazione. Altri chiedono la presenza del cane durante la prima seduta di chemioterapia. Durante questi momenti molto delicati, i cani rimangono accanto ai pazienti ricevendo carezze e richiedendone talvolta. Il coadiutore del cane rimane spettatore silenzioso, assistendo semplicemente alla magia della relazione che si crea tra paziente e cane, senza parole ma solo con sguardi”.
Nel caso del day hospital oncologico, dopo la sala di aspetto i cani vengono portati nei locali dove si erogano terapie, vicino alle poltrone o ai letti. Il cane, se invitato, sale sul letto accanto al paziente o sulla poltrona mentre sta svolgendo la terapia.
“Personalmente amo gli animali ma intendo rassicurare quella parte di cittadini che potrebbe non pensarla come me rispetto alla presenza di cani in ambiente ospedaliero – spiega Massimo Gialli, direttore del San Donato – Vorrei quindi precisare che la Pet Therapy rappresenta per i pazienti una opportunità, non una imposizione. I cani oltre ad essere addestrati per la loro “missione” sono costantemente controllati dal punto di vista igienico sanitario e non rappresentano per pazienti e visitatori alcun rischio infettivo. Raggiungono la postazione di lavoro attraverso percorsi riservati, differenti rispetto a quelli degli utenti e visitatori. Ho avuto la fortuna di verificare i positivi effetti della Pet Therapy sull’umore dei pazienti sia ad Arezzo che in Valdarno e ci sono numerose ricerche scientifiche che attestano quanto il tono dell’umore possa incidere sull’andamento di alcune malattie. La Asl Toscana sud est crede molto in questo tipo di approccio e lo sta favorendo in tutte e tre le province di sue competenza”.
Ci sono in effetti numerose evidenze cliniche di pazienti oncologici che hanno beneficiato di questi interventi assistiti. Gli animali possono aiutare i malati a sentirsi meno soli, combattere la depressione, ridurre lo stress e l’ansia del ricovero, offrire svago e distrazione dal dolore, migliorare la qualità del sonno. La mediazione di un animale facilita anche i rapporti di relazione e comunicazione tra malati, familiari e medici/infermieri. In letteratura si fa riferimento all’effetto benefico della Pet Therapy anche sul personale sanitario.
A livello aziendale, la Pet Therapy è portata avanti anche in provincia di Siena e di Grosseto. Nel Senese è in fase di valutazione il lavoro realizzato fino ad oggi per definire la continuazione del percorso, mentre a Grosseto è attiva l’associazione Dog4Life Toscana, che interviene in Hospice, Pediatria, Pronto Soccorso pediatrico e con pazienti oncologici che facciano terapia del dolore.
Articolo di Benedetta Marziali