Durante una recente visita a un impianto di riciclaggio a Poitiers, la segretaria di stato francese alla transizione ecologica e solidale, Brune Poirson, ha rivelato che il governo ha una nuova idea per lottare contro l’obsolescenza programmata: un “indice durée de vie” e ha spiegato che «Quest’indice somiglierà all’etichetta energetica e attribuirà ai prodotti elettronici e agli elettrodomestici un punteggio che andrà da 1 a 10 in funzione di diversi criteri, come per esempio la robustezza o la “riparabilità” del prodotto». Inizialmente, e fino al gennaio 2020, l’indice di durata di vita sarà volontario, successivamente diventerà obbligatorio.
La Poirson ha sottolineato che «Agire per allungare la durata di vita dei prodotti è lottare contro una doppia aberrazione. economica ed ecologica» e ha prospettato un altro strumento per diminuire lo spreco: l’utilizzo di leve fiscali locali per incoraggiare lo sviluppo di una filiera di riparazione dei prodotti, come ad esempio una riduzione dell’Iva.
A sostegno delle sue proposte il governo francese ricorda che, secondo uno studio del 2015 dell’Agence de l’environnement et de la maîtrise de l’énergie (Ademe), «Nel 60% dei guasti, il consumatore non cerca di far riparare il suo prodotto e non lo fa mai riparare se il prezzo è superiore al 30% del prezzo di uno nuovo». Qualche giorno prima la Poirson aveva prospettato diverse strade per lottare contro gli sprechi e aumentare il riciclo: un “dispositif de consigne”, l’aumento della “tassa rifiuti”, incentivi per utilizzare maggiormente i materiali riciclati nei nuovi prodotti, ecc. Si tratta però di soluzioni che devono ancora essere discusse e che sono emerse da una consultazione lanciata a ottobre 2017 dalla Poirson.
A marzo il governo francese dovrebbe pubblicare una roadmap sull’economia circolare, intanto evidenzia che «Come gli smartphone, numerosi dispositivi e apparecchi di uso quotidiano vengono rimpiazzati da prodotti nuovi, anche se potrebbero ancora servire» e la Poirson a Poitiers ha detto che le misure allo studio per allungare la vita dei prodotti puntano a «consumare meglio» e a «mobilitare tutti gli interessati», mentre la rodmap sull’economia circolare è pronta per essere sottoposta alle osservazioni pubbliche.
Il governo di Parigi è convinto di una cosa: «l’obsolescenza dei prodotti costa cara al pianeta e ai consumatori. Diverse ragioni o forme di obsolescenza contribuiscono alla rapida sostituzione dei nostri prodotti: un prodotto si guasta e non è riparabile; non corrisponde più al suo utilizzo da un punto di vista tecnico; non corrisponde più ai desideri del consumatore, allora si parla di obsolescenza estetica; o ancora, la sua durata di vita viene deliberatamente ridotta dal suo produttore per spingere il consumatore a rimpiazzarlo con uno nuovo, allora si parla di obsolescenza programmata. L’obsolescenza dei prodotti contribuisce ad aumentare il consumo di risorse naturali già sottoposte a forti pressioni a livello mondiale».
Per primo in Europa, il governo francese del socialista François Hollande ha inserito il reato di obsolescenza programmata nella legge 17 agosto 2015 sulla transizione energetica per la crescita verde, per salvaguardare l’ambiente ma proteggere anche i consumatori. Il governo di Emmanuel Macron sembra voler proseguire su questa strada, ma bisognerà convincere prima di tutto i consumatori: l’Ademe nel 2017 ha rivelato che l’88% dei francesi cambia lo smartphone quando funziona ancora.
Ma i punti di riferimento non mancano e il governo centrista francese cita addirittura un rapporto del gruppo parlamentare tedesco dei Bündnis 90/Die Grünen (che criticano da sempre la Francia per il nucleare) secondo il quale, allungando la durata di vita dei beni di consumo, le famiglie tedesche risparmierebbero tra i 60 e i 137 miliardi di euro.
Notizia presa dal sito www.greenreport.it