Ripartire dalla legge 180 per rafforzare il ruolo delle comunità nella salute mentale. Cooperativa sociale Koinè , Usl Toscana sud est e Airsam hanno messo a confronto esperienze e prospettive nel convegno che si è svolto, per un intero giorno, nell’auditorium del San Donato. Lo hanno fatto con esperienze nazionali: dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia. E internazionali: dal Metropolitan Museum di New York all’Andalusia. Al centro il lavoro condotto sul territorio e che ha visto la stretta e costante collaborazione tra Usl, Enti Locali, cooperazione sociale, associazioni di utenti e famiglie.
“Il convegno – sottolinea Koinè – è stato utile per porre in evidenza che la salute è, in grande misura, una costruzione sociale, cioè un bene che è influenzato dai comportamenti di persone, gruppi sociali e comunità locali. Per questo, è importante preservare la capacità di co-progettare e collaborare nei territori per estendere i contesti abilitanti, cioè gli ambiti in cui le persone sono incluse, riconosciute nei loro potenziali positivi, sostenute nei processi di espressione e abilitazione”.
Sul versante delle politiche pubbliche “occorre riconsiderare con forza e coerenza il tema della produzione dei beni comuni, di salute e salute mentale, accrescendo gli strumenti a disposizione dei Comuni e delle Zone per l’esercizio delle funzioni di programmazione, regolazione e controllo e, per altro verso, superando le letture superficiali che individuano nella “mercatizzazione“ il criterio regolatore della produzione di salute e beni relazionali a favore di letture più competenti che privilegino formule come le istruttorie pubbliche di co-progettazione, che permettono di valorizzare l’associazionismo di territorio e di promuovere l’attivazione delle comunità locali”.
Occorre poi rileggere criticamente gli approcci alla gestione degli appalti che interessano le cooperative di inserimento lavorativo di territorio, quelle che agiscono per rendere possibile la pratica degli inserimenti lavorativi ed abilitativi: le scelte della Regione Toscana di concentrazione degli appalti, se producono esiti dubbi in termini di miglioramento dei servizi e di riduzione della spesa, di certo penalizzano le imprese locali e di territorio che operano per produrre coesione ed integrazione sociale.
Secondo Koinè – peraltro – è anche indispensabile rivalutare criticamente l’esperienza della cooperazione sociale affinché non smarrisca il senso del suo esistere e della sua origine. “E si conservi strumento di un disegno di cambiamento e per rendere esigibili i diritti delle persone e delle comunità di cui siamo parte”
Infine dalla riforma del Terzo settore un elemento sul quale riflettere e lavorare e cioè l’idea delle fondazioni di comunità “come punto di solidificazione dei partenariati sociali a livello locale, di nuovo incontro e nuova ricerca di sintesi tra enti locali, sistema sanitario, cooperazione sociale, scuole, associazionismo e famiglie. Ci sembra che a questo si debba guardare per disporre dello strumento necessario a lavorare in concreto per una nuova coesione sociale e perché, nelle comunità locali, crescano i contesti abilitanti, la capacità di inclusione ed integrazione, la capacità di fare assieme e di guardare avanti con fiducia”.