Per i giorni prossimi al Natale si prevede il più elevato picco di giocatori in rete di quest’anno. A sostenerlo è un’indagine dell’Università Popolare “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche (www.upda.it).
Tra le preferenze degli italiani dunque non solo la tombola, il sette e mezzo ed il mercante in fiera giocati a casa di amici e parenti, ma anche la roulette, il black jack ed il poker.
Per quanto riguarda l’online, i giocatori dimostreranno una particolare predilezione per la roulette che si colloca al primo posto con il 30% delle preferenze, per il poker al secondo posto con il 28% e per il black jack che si attesta al 25%. Queste le previsioni dell’Università Popolare “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche.
Ed oltre al gioco a casa di amici e al gioco online, a Natale gli italiani giocheranno di più anche alle lotterie istantanee (26,2%), al lotto (12,8%), ai giochi numerici a totalizzatore (10,9%), alle slot machine (7,4%), ai giochi a base sportiva (4%) ed alle le videolottery (2,6%).
«Nel complesso il 36,4% degli italiani, pari ad un numero di 18.450.000 persone, ha giocato d’azzardo almeno una volta negli ultimi 12 mesi» sottolinea Samuela Stano, presidente dell’Università Popolare “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche.
A fare da traino soprattutto 5 regioni: Lazio (18%), Campania (16%), Puglia (15%), Lombardia (13%) e Veneto (10%), dove il gioco durante le feste è una tradizione molto sentita, seppure questa passione si manifesti con preferenze differenti.
Tra i giochi da casinò, ad esempio, a Roma si preferisce il poker (35%), mentre a Milano la roulette (35%) e a Napoli il black jack (32%).
Ma l’Università Popolare “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche sottolinea anche come il gioco d’azzardo non sia solo un fenomeno sociale.
«Il gioco può diventare un problema serio quando il comportamento del giocatore assume un carattere disadattivo, persistente o ricorrente, che mina significativamente il benessere e le attività familiari, personali e professionali» sottolinea lo psicologo Stefano Benemeglio), padre delle Discipline Analogiche.
«Quando i giocatori diventano problematici, vanno in una dimensione parallela: per loro conta solo la sensazione che provano nel preciso istante che precede la giocata, l’adrenalina ed il piacere del rischio misti alla speranza della vittoria e alla frenetica ricerca di riscatto da una sorte avversa che portano al vortice della dipendenza» conclude lo psicologo che ormai da anni ha affiancato all’attività di ricerca e sviluppo delle discipline analogiche anche l’attività professionale che include percorsi individuali di riequilibrio emozionale validi anche per uscire dalla ludopatia.