Bullismo e cyberbullismo sono fenomeni sempre più frequenti tra i ragazzi. Un accordo di collaborazione tra Regione Toscana, Ufficio scolastico regionale per la Toscana e Università di Firenze-Dipartimento di scienze della formazione e psicologia si pone l’obiettivo di prevenire e contrastare il fenomeno nelle scuole della Toscana. Lo prevede una delibera portata in giunta dalle assessore Stefania Saccardi e Cristina Grieco, e approvata nel corso dell’ultima seduta.
L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) riconosce il fenomeno del bullismo come la forma di violenza più diffusa tra i bambini e i giovani. E il Piano d’azione per la salute mentale 2013-2020 dell’Oms per quanto riguarda i bambini e i giovani sottolinea che un’attenzione particolare va data agli aspetti di sviluppo e alla capacità di creare rapporti sociali positivi. La legge nazionale del 29 maggio 2017 (n.71) “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” si propone di contrastare il fenomeno in tutte le sue manifestazioni.
“Sappiamo che purtroppo i fenomeni di bullismo sono in crescita tra i bambini e i ragazzi, quasi ogni gorno leggiamo di episodi di violenze tra coetanei – dice l’assessore al diritto alla saluteStefania Saccardi – Un’indagine dell’Ars, l’Agenzia regionale di sanità, ci dice che in Toscana un adolescente su 5 ha subito forme di violenza sistematica. Grazie a questo accordo, sarà possibile studiare meglio il fenomeno, e quindi mettere in atto tutti gli strumenti di prevenzione in nostro possesso per contrastarlo in tutte le sue manifestazioni e educare i ragazzi a una convivenza civile e a rapporti sociali positivi”.
“Questo protocollo rientra in un sistema di azioni che la Regione Toscana propone per arginare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo e per educare all’uso consapevole delle nuove tecnologie – è il commento di Cristina Grieco, assessore all’istruzione – I risultati che sono stati raggiunti in termini di riduzione del fenomeno e di miglioramento della qualità della vita scolastica, incoraggiano a proseguire nel sostegno di questo progetto in un’ottica di rete e di sistema e di collaborazione tra i diversi attori coinvolti”.
Il Dipartimento di Scienze della formazione e psicologia dell’Università di Firenze ha una lunga tradizione di ricerca sui temi del bullismo, cyberbullismo, sulla prevenzione e il contrasto del fenomeno e sulla valutazione di efficacia degli interventi. Nell’accordo, il Dipartimento si impegna a svolgere azioni per i contrasto di bullismo e cyberbullismo, in particolare attraverso il progetto di ricerca NoTrap! (vedi più avanti), a formare insegnanti e operatori, a monitorare il fenomeno, a realizzare un convegno finale. La Regione garantisce un contributo finanziario (60.000 euro tra 2017 e 2018) e il monitoraggio dello svolgimento delle attività. L’Ufficio scolastico regionale si impegna a coinvolgere le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado della Toscana, coinvolgere i docenti nelle proposte formative e di aggiornamento.
NoTrap! (Noncadiamointrappola) è un programma di prevenzione del bullismo e del cyberbullismo, condotto dal Dipartimento di Scienze della formazione e psicologia dell’Università di Firenze e rivolto agli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado. Il programma è stato avviato nel 2008-2009 e perfezionato di anno in anno. L’efficacia del programma è stata testata attraverso ripetute sperimentazioni, che hanno dimostrato una riduzione significativa dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo (circa il 30%), una riduzione delle sofferenze delle vittime e complessivamente un miglioramento delle condizioni di benessere dei ragazzi e delle ragazze. Il programma NoTrap!, per la valutazione scientifica a cui è stato sottoposto negli anni di sperimentazione, è definibile come un programma Evidence Based. Il modello di intervento prevede un coinvolgimento attivo della scuola e soprattutto degli studenti.
Attraverso un modello di peer education (da pari a pari) e peer support il programma NoTrap! mira a incentivare una responsabilizzazione attiva dei ragazzi. Attraverso una formazione sistematica si cerca di aumentare la percezione di autoefficacia dei ragazzi stessi e di stimolare in loro un senso di responsabilità nei confronti della vittima. Successivamente, i peer educators lavorano attivamente con i compagni, assumendo un ruolo di modello positivo, promuovendo comportamenti prosociali e di difesa della vittima. I ragazzi, dopo il training formativo, intervengono anche online, nella community del progetto, per dare il proprio aiuto e supporto a tutti coloro che si sentono in difficoltà. L’obiettivo è far passare il messaggio che facendo finta di niente tutti noi siamo in parte responsabili della sofferenza della vittima, ma che unendo le forze possiamo invece fare qualcosa per porre fine alle prepotenze.