Toscana Open Research, l’osservatorio e portale regionale per la ricerca e l’innovazione, diventa una buona pratica per tutta la penisola e pure per le isole. L’autorità che gestisce il programma operativo nazionale sulla governance ha infatti ammesso a finanziamento il progetto “Linkord”, che consentirà di trasferire l’esperienza del portale toscano, da subito, a Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia. Il progetto, ventesimo in graduatoria e appena finanziato con 700 mila euro, consentirà di sviluppare strumenti e metriche comuni e mettere osì in rete e in comunicazione il sistema della ricerca, dell’innovazione e dell’alta formazione. Un modo per migliorare, anche, interventi e politiche di settore.
“E’ una notizia – afferma la vicepresidente della giunta regionale, Monica Barni – che conferma la bontà della nostra proposta e la qualità del lavoro sinora condotto, e ci permette di lavorare allo sviluppo di un sistema di conoscenza nazionale, cui, auspichiuamo, potranno aggiungersi ulteriori partner, in primis l’Ufficio italiano brevetti e marchi e Almalaurea, che già hanno sostenuto la candidatura ma certamente anche altre regioni interessate, per affermare la centralità delle politiche della ricerca nello sviluppo competitivo delle regioni appunto e nel sostegno ad una innovativa politica di coesione”.
Ma le buone notizie sono due. Nei giorni scorsi è diventato infatti esecutivo il protocollo firmato tra la Regione e il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca sugli open data, a servizio di una comunicazione trasparente e a supporto della politiche pubbliche. “Con questa collaborazione, ambiziosa ed innovativa che nasce dalla proposta toscana – spiega Monica Barni – la Regione Toscana e il MIUR condividono un piano di lavoro che crediamo favorirà interpretazioni più accurate del fenomeno della ricerca e della innovazione in Italia, nella convinzione che una più approfondita conoscenza delle dinamiche nazionali e regionali possa migliorare le politiche di settore e favorire una corretta informazione ai cittadini”.
Il portale toscano, presentato nel corso di un’iniziativa lo scorso novembre, nasce come supporto alle politiche regionali all’interno dell’Osservatorio toscano della Ricerca e dell’Innovazione istituito presso Irpet, l’istituto di programmazione economica della Regione, ed ha l’obiettivo di integrare, rendere esplorabili e utilizzare i dati sul sistema della ricerca, monitorare i risultati degli interventi effettuati e sviluppare nuove politiche ancora più efficaci. Utilizzando appunto gli open data.
Attraverso il portale è possibile accedere a cinque diverse sezioni rivolte a docenti e ricercatori, studenti, cittadini, stakeholder istituzionali e imprese. Ne esce fuori, in numeri, il racconto del variegato mondo della ricerca in Toscana: dai dati sugli insegnanti degli atenei agli immatricolati e ai laureati dei percorsi triennali, dall’indice di specializzazione della ricerca ai fondi europei stanziati per i progetti innovativi nell’ambito dei bandi Fp7 e H2020, fino alle collaborazioni attivate tra università e imprese e le risorse regionali stanziate per l’innovazione. Una cruscotto utile per orientare le scelte di governa e massimizzare strumenti e risorse a disposizione.
“Lavoriamo per un’integrazione tra il mondo dell’istruzione e dell’alta formazione e il mondo della ricerca – commenta la vice presidente, Monica Barni – E’ una delle priorità in questo momento della nostra agenda politica. Lo facciamo con borse di studio e assegni per dottorati e ricercatori”. “Il portale – conclude – va nella stessa direzione: è utile per mappare l’ecosistema della formazione e della ricerca toscana, essenziale per costruire politiche e fare scelte che siano basate sull’evidenza”. Un lavoro di squadra e una prima assoluta, fino allo scorso novembre, in Italia.