“Le mafie si sono rese più invisibili, hanno acquisito le competenze per operare direttamente o indirettamente sul mercato. Sono mafie imprenditrici che con passo felpato, senza destare allarme, hanno penetrato e inquinato molti ambiti della vita pubblica” con queste parole Don Luigi Ciotti ha presentato il progetto “Liberaidee”, il rapporto sulla percezione e sulla presenza delle mafie e della corruzione nel nostro Paese.
Dai dati che emergono a livello nazionale sulla base di 10.343 questionari elaborati in tutta Italia, emerge che per oltre la metà dei rispondenti (60,6%) la presenza della mafia è preoccupante, e circa due terzi di essi la ritiene anche socialmente pericolosa. Nel Nord-Est per 4 cittadini su 10 la mafia è invisibile e la ritiene un fenomeno marginale. Sette intervistati su dieci ritiene molto o abbastanza diffusa la corruzione a livello regionale. Quasi la metà del campione intervistato ritiene le mafie italiane ad essere maggiormente coinvolte nella gestione dei flussi migratori irregolari.
In Liberaidee non è stato analizzato solo il fenomeno mafioso e dagli intervistati emerge che l’Italia è un paese dove la politica viene vista come di una sfera “altra” rispetto al proprio vissuto quotidiano, un tema sul quale ci si informa ma senza una partecipazione diretta. Si scopre un paese dove si riduce anche la tendenza all’associazionismo: infatti quasi un rispondente su due non aderisce ad alcuna associazione, mentre la maggior parte di chi si attiva su questo fronte dedica il suo tempo soltanto a una realtà associativa.
Questi sono solo alcuni degli aspetti in sintesi della fotografia sulla percezione e presenza delle mafie e della corruzione nel nostro paese scattata da Libera. Ora si apre un dibattito in tutte le regioni all’interno delle quali saranno i singoli coordinamenti locali di Libera ad animare un dibattito che, a partire dai dati, ha l’obiettivo di riscrivere l’agenda”, si legge in una nota ufficiale degli organizzatori dell’evento.
La Toscana è la regione dove inizia il tour di Liberaidee con incontri, seminari,laboratori, flashmob, spettacoli teatrali, fino al 28 ottobre.
Un tour che farà tappa anche in Valdarno domani, mercoledì 24 ottobre, a Figline Valdarno alle ore 17:30 al Cinema Teatro Salesiani con un incontro sul tema “Speculazioni, crisi del lavoro, illegalità di un sistema”, con Giuseppe De Marzo della Rete Numeri Pari, Dalida Angelini Segretaria Generale CGIL Toscana, Giulia Mugnai Sindaco di Figline-Incisa Valdarno, Daniele Calosi Segretario Generale FIOM – CGIL Firenze, Marco Mini Presidente di Arci Valdarno, Alessandro Beccastrini Segretario Generale FIM Cisl Toscana, Rappresentanze di lavoratori della Bekaert, Andrea Bigalli referente regionale di Libera Toscana. Il dibattito sarà moderato da Pierluigi Ermini referente del Coordinamento del Valdarno di Libera.
Alle ore 19.30 presso l’Oratorio dei Salesiani apericena con i prodotti di Libera Terra organizzato dai ragazzi del Presidio di Libera Giovanni Spampinato (costo € 5 con richiesta di prenotazione).
Alle ore 21 al Cinema Teatro Salesiani spettacolo teatrale dal titolo “Betta, Monnalisa: basta scavare!” scritto da Sergio Serges e curato da Letizia Fuochi. Interpreti: Sergio Serges, Nicola Mugnai, Nicola Caruso, Daniela Gori, Barbara Abatangelo, Giovanni Consolati. Uno spettacolo che presenta una trama che si lega al mondo del lavoro e ambientato all’interno del lavoro nelle miniere. L’ingresso è gratuito.
“Non è un caso che Liberaidee affronti il tema del lavoro proprio qui nel Valdarno, prendendo spunto proprio dalla crisi della Bekaert, dalla forza di reazione dei dipendenti dell’azienda, dall’unione dei sindacati e di una società civile che ha reagito a quanto stava accadendo, consapevole delle conseguenze non solo di una maggiore povertà economica che il Valdarno rischia di subire, ma delle conseguenze anche in tema di giustizia sociale e di un territorio che rischia di essere meno forte anche nel contrastare possibili attività di infiltrazioni mafiose.
Il lavoro e il lavoro legale è una delle migliori risposte sociali che si possono dare anche in termini di lotta alle mafie.
Per questo, partendo dalle testimonianze della lotta dei lavoratori della Bekaert, è nostra intenzione sviluppare un dibattito che affronti i temi anche della lotta della giustizia sociale, di una più equa distribuzione delle risorse, delle forme necessarie da attuare per creare ricchezza e una economia pulita e legale”, termina la nota.