Per il presidente di Fise Unicircular – l’unione delle imprese nazionali dell’economia circolare – è una «grande soddisfazione» l’approvazione da parte del Parlamento europeo del nuovo pacchetto normativo sull’economia circolare, atteso almeno dal 2015 e approvato in via definitiva mercoledì scorso. «Ora tocca al Parlamento e al futuro Governo impegnarsi per recepire presto e bene nella nostra legislazione le nuove direttive – aggiunge Andrea Fluttero – Fise Unicircular rappresenta le “fabbriche dell’economia circolare”, ed è pronta ad un confronto concreto e costruttivo con i legislatori, con l’obiettivo di cogliere i frutti ambientali, economici ed occupazionali di una transizione verso un modello di economia circolare».
Ma in cosa dovrebbe concretamente consistere questa transizione, per il nostro Paese? Secondo il modello appena preparato da Was, uno dei think tank nazionali di riferimento in fatto di gestione rifiuti, sono cinque le principali azioni da mettere in campo da qui ai prossimi tre anni:
Passare dalla tassa alla tariffa: chi più produce più paga. Si introduce così un criterio di equità che premia coloro che gestiscono in modo corretto le risorse riducendo gli sprechi e scoraggia i comportamenti non virtuosi.
Favorire i processi di aggregazione ed integrazione delle aziende addette alla raccolta e al riciclo lavorando sulla filiera: così si promuovono efficacia ed efficienza.
Definire un Piano impiantistico nazionale, riequilibrando la situazione oggi sbilanciata tra Nord – quasi ottimale numero di impianti – e Sud – che sconta una cronica carenza.
Promuovere una raccolta differenziata di qualità che faciliti la gestione a valle ed il riuso.
Realizzare un Piano di comunicazione nazionale per sensibilizzare i cittadini sui benefici concreti di una corretta raccolta, al di là degli aspetti etici.
Un esempio assai concreto di questi benefici arriva da Massimo Centemero, direttore del Consorzio italiano compostatori (Cic), per il quale il via libera del Parlamento europeo sul pacchetto economia circolare costituisce un «passo importante che potrebbe portare allo sblocco di 50.000 nuovi posti di lavoro in tutta Europa nel settore della gestione dei rifiuti organici».
«I rifiuti organici – aggiunge infatti Centemero – costituiscono oltre un terzo dei rifiuti urbani in tutta Europa e sono una componente essenziale per raggiungere gli obiettivi di riciclaggio e messa in discarica di nuova adozione. In particolare compostaggio e digestione anaerobica dei rifiuti organici producono materie prime seconde che la direttiva quadro sui rifiuti definisce come un’opportunità di innovazione e crescita».
Oltre al compost, si aggiungerà a breve anche la produzione di biometano, biocarburante avanzato realizzato con tecnologie e biomasse nazionali ottenuto dagli scarti organici, destinato all’autotrazione. «Grazie al nuovo pacchetto europeo e ai decreti firmati di recente in Italia dal ministero dello Sviluppo economico – conclude Alessandro Canovai, presidente del Consorzio Italiano Compostatori – avremo modo di valorizzare pienamente il rifiuto organico in Italia».
Notizia tratta dal sito www.greenreport.it