Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) delle Nazioni Unite, il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi consentirà entro il 2030 la creazione di 24 milioni di posti di lavoro a livello globale, a cui si potrebbero aggiungere altri 6 milioni di posti di lavoro grazie alla transizione ad una economia circolare. L’aumento atteso di occupazione risulta dall’effetto netto di un forte aumento dell’occupazione in alcuni settori (es. energie rinnovabili e costruzioni) e di una contrazione in industrie basate sui combustibili fossili (es. estrazione e raffinazione del petrolio).
In questa prospettiva, studi recenti hanno sottolineato l’importanza di arrivare preparati al cambiamento della forza lavoro. In particolare, lo studio delle competenze necessarie per lo svolgimento delle mansioni richieste dall’economia verde è cruciale per accompagnare la transizione verde.
In primo luogo, se le mansioni richieste dalla transizione verde fossero così specifiche da essere possedute solo da una cerchia ristretta di lavoratori (es. ingegneri ambientali), l’aumento della domanda di queste mansioni potrebbe semplicemente portare a un aumento degli stipendi dei lavoratori che sono in grado di svolgere queste mansioni, e a un incremento inferiore alle aspettative di attività fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.
In secondo luogo, lo studio delle competenze necessarie alla transizione verde è di fondamentale importanza anche per comprendere fino a che punto queste competenze sono simili a quelle dei lavoratori impiegati in settori basati sui combustibili fossili, per i quali si attende una riduzione sostanziale dell’occupazione. La comprensione delle potenzialità di reimpiego di lavoratori impiegati in occupazioni ‘inquinanti’ in occupazioni ‘verdi’ è di fondamentale importanza per far sì che le opportunità occupazionali stimate dalle Nazioni Unite si concretizzino in un’effettiva transizione verde.
Un recente studio pubblicato sul Journal of the Association of Environmental and Resource Economists si pone l’obiettivo di fornire una panoramica delle competenze necessarie per la transizione verde. In particolare, analizzando informazioni dettagliate sulle competenze e mansioni delle diverse occupazioni statunitensi (differenziate per rilevanza nella transizione verde), lo studio identifica quattro principali macro-competenze richieste per la transizione verde (si veda la tabella, ndr). Un primo gruppo di competenze riguarda conoscenze ingegneristiche e meccaniche, sia teoriche che applicate a casi concreti. Un secondo gruppo si riferisce a competenze che hanno a che fare con la gestione delle operazioni di produzione, con un’enfasi sulla componente manageriale delle competenze. Un terzo gruppo si riferisce a competenze relative alle attività di monitoraggio e mette in evidenza l’importanza di conoscenze sia di tipo legale-amministrativo che di tipo tecnico. Infine, il quarto gruppo sottolinea l’importanza delle conoscenze scientifiche, in particolare nei campi della fisica e della biologia.
Lo studio dimostra anche che regolamentazioni ambientali più ambiziose (nel caso specifico sono state analizzate le politiche per ridurre l’inquinamento atmosferico locale negli Stati Uniti) determinino un aumento della domanda di tutte queste diverse competenze.
Notizia tratta dal sito www.greenreport.it