Danni alle coltivazioni, ai boschi e ai vigneti. “In un anno si stima una perdita pari a 600mila euro e con la popolazioni di caprioli in aumento di almeno il 25 per cento, le cose non possono che peggiorare”, dichiara Simone Ciuffi, responsabile settore Caccia di Confagricoltura Toscana.
E’ l’allarme che parte dai territorio del Valdarno, Valdichiana, Valtiberina e Casentino, di cui Confagricoltura Toscana si fa portavoce, dopo che il Tar ha sospeso il piano di controllo dei caprioli accogliendo il ricorso presentato dall’associazione URCA.
“La preoccupazione è alta – continua Ciuffi – soprattutto per le conseguenze che l’aumento della popolazione avrà sui boschi e sulle altre colture di pregio, in particolare la vite. E’ stato presentato ricorso da un’associazione del mondo venatorio che, al contrario di come vorrebbe apparire, non ha nulla di ambientale o di etico, ma che produrrà solo effetti disastrosi che si ripercuoteranno sulle aziende del settore. Crediamo invece che sia fondamentale reintrodurre l’abbattimento oltre che in inverno anche in estate, per fermare davvero la sovrappopolazione”
La sentenza del Tar è attesa per la prossima settimana. “Ci auguriamo – continua Simone Ciuffi – che tutti gli sforzi fatti fino ad ora, anche dalla Regione Toscana, non siano vanificati e si proceda a risolvere il problema riportando in equilibrio l’ecosistema che allo stato attuale risulta fortemente compromesso”