Grazie al crollo dei costi delle batterie, i veicoli elettrici (EV) sono ormai una tecnologia dirompente. Di fatto, già oggi gli EV utilizzano più batterie agli ioni di litio dei prodotti elettronici di consumo e Bloomberg New Energy Finance (BNEF) prevede che entro il 2030 la domanda di batterie EV aumenterà 25 volte e che entro il 2040 le auto elettriche rappresenteranno più della metà di tutte le vendite di nuove auto.
Come sottolinea Joe Romm su ThinkReport, «Ciò significa che milioni di batterie EV usate finiranno per inondare il mercato: batterie che potrebbero avere fino al 70% della loro capacità di alimentazione originaria, anche se non sono più in grado di soddisfare i severi requisiti per alimentare la loro auto».
Quindi, non meraviglia se tutte le principali case automobilistiche del mondo stanno esplorando quanto valga la “seconda vita”. Di una batteria EV e BNEF prevede che nei prossimi 30 anni le imprese spenderanno circa 550 miliardi per realizzare stoccaggi di energia domestici, industriali e a livello di rete che utilizzeranno le batterie EV dismesse
Per Romm, «Questa potenziale seconda vita per le batterie EV è un game changer per l’energia pulita per due motivi: primo, queste batterie EV usate possono offrire uno stoccaggio di elettricità più economico per le rinnovabili rispetto a quello oggi disponibile. Secondo, se le batterie EV usate hanno un valore, allora i produttori di EV possono caricare meno il costo per le loro auto, perché possono fare la differenza rivendendo la batteria in seguito, rendendole ancora più convenienti. Insieme, questi due fattori rendono gli EV ancora più dirompenti di quanto la maggior parte delle persone riesca a comprendere, in particolare per consentire una penetrazione profonda e rapida delle rinnovabili nel 2020».
Si sapeva già che le auto elettriche potevano fornire uno stoccaggio a basso costo utilizzandole durante il 95% delle volte che una batteria di auto parcheggiata non viene utilizzata. «Ora – scrive Romm – immaginatevi cosa significherà la potenziale inondazione di milioni di batterie EV a seconda vita nel mercato dell’elettricità». BNEF calcola che «Nel 2018il riutilizzo di una batteria avrà un costo di soli 49 dollari per kilowatt-ora utilizzabile , rispetto ai 300 dollari per una nuova batteria».
Le previsioni di BNEF sono sconcertanti: entro il 2040, oltre la metà delle vendite di auto nuove e un terzo del parco auto globale, pari a 559 milioni di veicoli, saranno elettriche, il game-changer, il punto di svolta è questo e le grandi case automobilistiche – da Chevrolet alla sudafricana Eaton , dalla Nissan alla BYD cinese – lo hanno capito e stanno lavorando per riciclare le vecchie batterie EV e le stanno testando come accumulatori fissi di energia. Per esempio, BMW ha completato test durati più di un anno e mezzo che dimostrano che le sue batterie usate possono gestire richieste di “domanda – risposta” dalla californiana Pacific Gas & Electric (PG & E). La domanda – risposta è conveniente sia per i consumatori che per le imprese perché permette di utilizzare al meglio l’elettricità durante le ore di punta o nei periodi in cui c’è poco sole per il fotovoltaico e poco vento per l’eolico.
Negli oltre 200 test condotti, la PG & E ha avvertito la BMW quando la rete era a corto di elettricità e BMW ha segnalato ai veicoli di interrompere la carica (riducendo così il carico). Se un veicolo non era collegato o il cliente non partecipava, veniva utilizzata la serie di batterie “seconda vita”.
Romm ecidenzia che «Il test ha dimostrato che le batterie EV usate potevano fornire un valore monetizzabile. Oltre il 90% dei consumatori che hanno partecipato al test ha affermato che probabilmente parteciperà nuovamente».
Come per tutto quel che riguarda le auto elettriche, non sorprende il Paese che sta facendo da apripista al riutilizzo e al riciclaggio delle batterie sia la Cina che ha il 60% di tutta la produzione globale di celle agli ioni di litio. Allo stesso tempo, le auto elettriche e gli autobus in Cina usano da soli più batterie agli ioni di litio di tutti i dispositivi elettronici di tutto il resto del mondo.
Un rapporto pubblicato nel novembre 2017 da Circular Energy Storage Research and Consulting faceva giù notare che «La Cina domina il mercato globale del riutilizzo delle batterie e che il quasi monopolio è destinato a crescere negli anni a venire» e mentre Trump annuncia l’inasprimento della guerra commerciale contro Pechino, gli usa non riescono a tenere il passo con la produzione di celle solari e turbine eoliche e perdono terreno in un altro settore strategico in rapida crescita che produce energia pulita.
Ma se Trump pensa al carbone e al nucleare, tutto il mondo sembra aver capito il potenziale della seconda vita delle batterie delle auto elettriche e business dello stoccaggio dell’elettricità e della domanda – risposta consentono una maggiore penetrazione delle energie rinnovabili in un mercato energetico che non sarà mai più lo stesso.
Le batterie agli ioni di litio per auto e autobus possono stoccare e scaricare elettricità dai 7 ai 10 anni dopo essere state tolte dalle auto e la ricerca sui modi per riutilizzarle sta diventando sempre più urgente visto che entro il 2025 i depositi di batterie EV dovrebbero superare i 3,4 milioni di pezzi, rispetto alle circa 55.000 batterie “esauste” di quest’anno. La Cina, dove ad agosto era stata venduta la metà degli EV del mondo, sta attuando regolamenti per rendere i produttori automobilistici responsabili delle batterie scadute e perché non le buttino in discarica, L’Unione Europea ha già queste regole da tempo e si spera che anche gli Usa le adottino.
Cecile Sobole, responsabile business EV di Renault, evidenzia che «La logica dietro tutto questo è l’economia circolare. La batteria proveniente dal veicolo elettrico diventerà sempre più parte del mondo dell’energia». Ma la Tesla, il più grande produttore di auto elettriche Usa, sembra andare per un’altra strada ha dichiarato che le sue batterie probabilmente non saranno adatte per stoccare energia dopo 10 o 15 anni di utilizzo e che punta sul recupero delle materie prime come il cobalto e per produrre nuove batterie.
Hans Eric Melin, fondatore di Circular Energy Storage Research and Consulting, ha detto a Bloomberg New Energy Finance che «Una batteria agli ioni di litio in realtà non muore mai: è come se si potesse togliere una batteria alcalina dalla nostra torcia elettrica e metterla in un telecomando e sarebbe comunque abbastanza buona. Entro il 2025, circa tre quarti delle batterie EV usate saranno riutilizzate e poi riciclate per raccogliere materie prime, questo significa che le case automobilistiche e i produttori di batterie come la cinese Amperex Technology Ltd. possono approfittare della stessa batteria più volte.
Intanto la Toyota, produttrice della Prius inbrida, ha annunciato che nel 2019 installerà in Giappone le batterie ritirate fuori dai negozi 7-Eleven e che stoccheranno l’energia prodotta dai pannelli solari per far funzionare i frigoriferi per le bevande, i fornelli per cucinare il pollo fritto e le salsicce. Sempre in Giappone, le batterie “esauste” delle Nissan’s Leaf presto aiuteranno ad illuminare le strade della città costiera di Namie, che si sta riprendendo dal disastro nucleare della vicina centrale nucleare di Fukushima Daiichi dell’11 marzo 2011.
Quando viene rimossa dall’auto, una batteria EV conserva dal 50 al 70% della sua capacità di alimentazione e Tom Zhao, amministratore delegato per le vendite globali di BYD, un’impresa sostenuta da Warren Buffett che usa batterie di seconda mano per alimentare antenne wireless e per gestire uno dei più grandi sistemi di stoccaggio di energia in Cina a Shenzhen, conclude; «Se non le riutilizzi è un enorme spreco».
Notizia tratta dal sito www.greenreport.it