L’indagine di Carifirenze sull’export toscano segna la ripresa del settore oreficeria e il consolidamento di pelletteria e calzature
De Robertis: “Dati export positivi per la provincia di Arezzo. Abbassare costo del lavoro e investire in formazione per consolidare questi risultati”
“Dall’analisi Monitor di Carifirenze sull’andamento dell’export toscano nel primo semestre 2017 emergono risultati confortanti per la provincia di Arezzo. Oltre all’ottimo risultato del settore pelletteria e calzature, infatti, che registra un incremento di valore del 36,6 per cento rispetto al primo semestre 2016, è importante il segnale che viene dal settore oreficeria, che torna a crescere del 5,1 per cento”.
È molto soddisfatta degli ultimi dati sull’economia aretina la Vicepresidente del Consiglio regionale, Lucia De Robertis, che aggiunge: “Si tratta di un segnale importante, non solo in termini di impatto sull’economia locale, che nell’oreficeria ha sempre avuto uno dei suoi cavalli di battaglia, ma per il valore simbolico che riveste. I dati Carifirenze confermano l’uscita dalla crisi del sistema Italia, con la ripresa della tradizionale vocazione all’export del nostro sistema distrettuale.”
Una vocazione, quella all’export dell’economia Italiana e toscana in particolare, che, secondo De Robertis, “è da sostenere, con investimenti in innovazione e a sul capitale umano, quest’ultimo davvero determinante per settori come quelli che caratterizzano le ottime performance del nostro territorio”.
“Dobbiamo mettere al centro dell’attenzione la questione del lavoro – prosegue la Vicepresidente del Consiglio regionale – , del suo costo, da ridurre come prevede il programma del PD, come della sua qualificazione e del suo aggiornamento. Perché produzioni come quelle dell’eccellenza aretina vivono sulla capacità degli operatori, sul loro saper fare, che dobbiamo poter trasferire alle generazioni a venire.”
“In questo senso – prosegue l’esponente aretina del PD a Palazzo del Pegaso – l’attività della Regione nel campo della formazione, con le risorse del Fondo Sociale Europeo, è determinante A metà del ciclo di programmazione 2014 – 2020 dei fondi europei credo, pertanto, che come Regione dovremmo proprio fare il punto su come le risorse impiegate, oltre settecento milioni d euro, si stano riversando su lavoro e sulla formazione professionale, in particolare, soprattutto per verificarne il grado di soddisfacimento delle esigenze delle imprese. Che domandano lavoratori qualificati, specialmente in una fase di avvio di un nuovo ciclo espansivo come quello che anche in Italia, finalmente, stiamo nuovamente vivendo.”