Finge un furto nel proprio bar: i Carabinieri denunciano una donna e un 43enne per concorso in furto aggravato e simulazione di reato

La Squadra Mobile di Arezzo ha denunciato a piede libero la responsabile di un bar del centro per simulazione di reato, furto aggravato in concorso e calunnia, insieme con un cittadino bolognese di 43 anni domiciliato ad Arezzo, che è stato deferito per furto aggravato e simulazione di reato in concorso.

Qualche minuto dopo le 4 di una notte di due settimane fa era arrivata alla sala operativa della Questura di Arezzo la chiamata di una donna che chiedeva aiuto presso il proprio esercizio commerciale. La telefonata è apparsa subito strana agli operatori, posto che la donna alternava momenti in cui articolava correttamene la parola a momenti in cui si esprimeva in modo incomprensibile. La Volante si è comunque precipitata immediatamente sul posto dove ha trovato la barista chiusa dentro la cucina del locale, imbavagliata e con le mani legate dietro la schiena. Le sei slot del bar erano state forzate e le due telecamere del bar oscurate con della vernice di colore nero. I soldi dentro la cassa e dentro il portafogli della donna non erano stati rubati. La donna, che asseriva di essere stata presa a schiaffi dal proprio rapinatore è stata portata immediatamente al Pronto Soccorso che l’ha dimessa poco dopo con nessuna prognosi.
Convocata presso la Squadra Mobile, la responsabile del bar ha asserito di essere stata rapinata da almeno un paio di persone verso le ore 2 della notte, quando la stessa aveva da poco chiuso il bar ed era intenta a sistemarlo in vista dell’imminente chiusura definitiva del locale. Uno dei rapinatori l’avrebbe portata di peso nella cucina schiaffeggiandola ed imbavagliandola, mentre l’altro avrebbe cominciato già a rovistare nel bar. Liberata dalla Polizia la donna ha indicato ai poliziotti le telecamere annerite dalla vernice dicendo che i suoi aggressori avevano un accento dell’Est Europa.
Subito sono iniziate le attività investigative della Squadra Mobile che ha provveduto ad acquisire immediatamente le immagini del sistema di video-sorveglianza del bar.
Anche se le telecamere erano state annerite con l’uso di una bomboletta spray i malviventi non si erano resi conto che la vernice era colata giù poco dopo, liberando l’obiettivo e permettendo di fatto la ripresa di quanto era successo.
La donna, che si è poi accorta di questa circostanza, vedendo che i poliziotti erano sulle tracce di un uomo e di una donna che apparivano dalle immagini come gli autori della rapina, ha riconosciuto nell’uomo il soggetto che poi è risultato effettivamente prendere parte al furto ed ha indicato nella donna una giovane cliente che è solita frequentare il bar, in realtà non coinvolta nella vicenda.
L’attività successiva degli investigatori ha permesso nel giro di 24 ore di ricostruire compitamente l’accaduto ed identificare l’uomo, un bolognese di 43 anni, che negli Uffici della Questura ha dichiarato di aver pianificato la rapina con la barista consegnando spontaneamente, durante la perquisizione condotta a suo carico, gli attrezzi usati per lo scasso delle slot.
La donna, anch’essa nel frattempo sottoposta a perquisizione, ha permesso il ritrovamento di 1639,50 euro in monetine che aveva poco prima in parte buttato nella spazzatura ed in parte rimesso nel cambia monete del bar.
La donna, che è stata immortalata dalle telecamere mentre interagisce tranquillamente con il proprio aggressore, ed ancora mentre lo aiuta a coprire con un paravento le slot machine dalla vista di coloro che fossero passati vicino al bar , continua a sostenere di essere stata vittima di una violenza e di non aver preso parte alla finta rapina.

“L’uomo mi ha minacciata e mi ha costretto a non rivelare nulla alla Polizia” ha verbalizzato in Questura, aggiungendo “il rapinatore mi ha costretto a tenere in custodia i soldi e mi ha detto di riferire che erano stati malviventi dell’est.”

La refurtiva recuperata dagli investigatori, trovata tutta nella disponibilità della donna, ammonta a 1639,50€ in monetine da uno e due euro. Sono in corso ulteriori attività investigative per il recupero della restante somma che ammonta a 1980€.

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