Il presidente del Consiglio Eugenio Giani e la vicepresidente della Giunta Monica Barni hanno così dato il via alle celebrazioni di oggi
“Ponendosi oltre le leggi di quel tempo il Granducato di Toscana fu il primo Stato nel mondo ad abolire ufficialmente la tortura e la pena di morte. A perpetuo onore ed esempio di civiltà ai posteri il Consiglio regionale della Toscana pose la presente memoria”. Queste parole, scritte dallo studioso e divulgatore della storia toscana nonché direttore del corteo del Calcio storico fiorentino Luciano Artusi, assieme alla data 30 novembre 2017, si leggono sulla lapide inaugurata oggi. La scritta è ospitata all’ingresso di palazzo del Pegaso, sede del Consiglio regionale, in via Cavour 2, e con la sua inaugurazione è iniziata la lunga giornata di celebrazione della Festa della Toscana.
A scoprire la lapide, questa mattina, il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani e la vicepresidente della Giunta regionale Monica Barni, davanti a una nutrita delegazione di consiglieri regionali, sindaci della Toscana, autorità e studenti.
Come ha spiegato Giani nel suo discorso, la lapide è stata voluta “perché oggi la Festa della Toscana compie 18 anni, diventa dunque maggiorenne. E vogliamo testimoniare come si tratti ormai di una ricorrenza consolidata, che tutti gli anni si propone in continuità ma con delle novità”. D’ora in avanti tutti gli anni, il 30 novembre, sarà apposta una corona davanti alla lapide. “Perché ogni anno vogliamo testimoniare – ha detto ancora il presidente del Consiglio regionale – quanto la Toscana sia orgogliosa di essere stata il primo stato nel mondo ad abolire, per volere del Granduca Pietro Leopoldo, la pena di morte, la tortura e la confisca dei beni ai condannati. Un grande esempio di civiltà e di politica illuminata”.