Divelta la targa contro omofobia e transfobia in piazza Roanne a Montevarchi, la denuncia di Arcigay e Noi, naturalmente

Un atto vandalico? Forse. Di fatto la targa, posta in piazza Roanne a Montevarchi a maggio 2015, durante la Giornata contro l’omofobia e la transfobia e in memoria delle vittime, è sparita da alcune settimane e non se ne hanno più notizie. Le associazioni Arcigay Arezzo “Chimera Arcobaleno” e “Noi, naturalmente” del Valdarno denunciano l’accaduto e chiedono che:

“l’amministrazione comunale ripristini questo piccolo ma importante simbolo di civiltà ed accoglienza, che rappresenta un significativo segno contro la discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere, e invii, in questo modo, un messaggio di rispetto per tutte e tutti e di denuncia contro tale atto”

Nei primi giorni di gennaio, alcuni cittadini hanno notato che la targa non si trovava più nel luogo dove fu posta 2 anni e mezzo prima.

“Gli attivisti LGBT montevarchini – aggiungono Arcigay Chimera e Noi, naturalmente – hanno segnalato l’accaduto alla polizia municipale e ad altri uffici comunali, senza ricevere notizie in merito, né sulla volontà di ripristinare la targa. Un mese fa, hanno, pertanto, inviato una lettera alla Sindaca Silvia Chiassai, chiedendo se l’Amministrazione Comunale fosse informata dei fatti e quali intenzioni avesse a riguardo”.

“Ad oggi nessuna risposta è pervenuta – aggiunge la presidente di Arcigay Arezzo – pertanto ci vediamo costretti e costrette e rendere noto il fatto a mezzo stampa ed a chiedere pubblicamente chiarimenti alla Sindaca di Montevarchi: si tratta di un atto vandalico? O la targa è stata tolta per deliberazione dell’amministrazione? Crediamo sia un atto doveroso dare informazioni in merito ai cittadini e alle cittadine e, qualora non ci fossero ragioni di manutenzione o di diverse scelte politiche, si chiede alle autorità competenti di accertare le circostanze in cui la targa è scomparsa, oltre che mettere subito in programma il ripristino della stessa.”

Concludono i referenti delle associazioni: “un ulteriore silenzio da parte dell’amministrazione non può che essere interpretato come complicità con l’accaduto o, come minimo, disinteresse verso i cittadini e le cittadine di Montevarchi e la loro convivenza e solidarietà. A prescindere dal colore politico, la condanna di qualsiasi discriminazione per genere o orientamento sessuale e l’attenzione alle vittime di tali discriminazioni sono atti di civiltà che ci si aspettano da chi dovrebbe tutelare e rappresentare l’intera popolazione”.

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