In Toscana tecnologie innovative per il monitoraggio continuo della glicemia. In occasione della Giornata mondiale del diabete 2017 (che in realtà si protrae per l’intera settimana), la Regione annuncia che le metterà a disposizione dei pazienti che saranno eleggibili, tra le oltre 172.000 persone con diabete presenti in Toscana.
L’autocontrollo glicemico – dicono gli esperti – è essenziale per la gestione del diabete e per prevenire eventi di ipoglicemia, prima causa di ospedalizzazione nei diabetici. L’autocontrollo glicemico è una pratica che deve necessariamente ripetersi più volte nell’arco della giornata (specialmente per il diabete di Tipo 1) e nella maggioranza dei casi avviene mediante la digitopuntura e il relativo dosaggio della glicemia capillare. Oggi questa procedura è favorita dall’arrivo di nuove tecnologie che possono rendere più agevoli, discrete, veloci e semplici queste operazioni nella quotidianità, ovviando o riducendo sensibilmente la digitopuntura.
Recentemente si sono sviluppate innovazioni tecnologiche in grado di ridurre drasticamente la necessità della pratica dell’autocontrollo glicemico tramite la digitopuntura plurigiornaliera. In Toscana è stato sviluppato un progetto pilota per l’introduzione controllata del primo sensore “impiantabile” per il monitoraggio continuo della glicemia (sistema CGM Eversense – Roche Diabetes Care). A beneficiarne saranno 30 pazienti di età adulta, affetti da diabete di Tipo 1 (15 in terapia insulinica multi-iniettiva e 15 portatori di microinfusore), che saranno seguiti nei centri diabetologici accreditati per effettuare l’impianto nelle tre aree vaste. Il progetto, voluto dalla Regione Toscana, è sviluppato in collaborazione con Roche Diabetes Care (azienda proprietaria del dispositivo), che fornirà gratuitamente per 6 mesi 30 trasmettitori e 60 sensori, mettendo a disposizione tutor per l’addestramento dei clinic i nell’esecuzione degli impianti/espianti.
Il sistema CGM Eversense (Roche Diabetes Care) è “innovativo” ed è il primo sensore impiantabile per il monitoraggio continuo della glicemia con durata fino a 90 giorni. Ha ricevuto il marchio CE nel maggio 2016 (e quindi l’autorizazione alla commercializzazione). In Italia sono stati fatti alcuni impianti in singole strutture diabetologiche. In Toscana è stato raggiunto un accordo con Roche Diabetes Care che, sulla base degli indirizzi della delibera di giunta 829/2016 “Indicazioni per l’automonitoraggio glicemico per le persone con diabete e l’utilizzo dei dispositivi per il monitoraggio in continuo del glucosio, dei sistemi di infusione continua dell’insulina e sistemi integrati”, per un progetto di introduzione controllata di questa innovazione tecnologica mediante un percorso valutativo strutturato ad hoc. La Toscana quindi è la prima regione in cui è stato stabilito un accordo di questo tipo con u n percorso valutativo strutturato univoco che coinvolge le tre aree vaste.
“”Il diabete rappresenta una sfida importante e attuale per il nostro servizio sanitario e per le Regioni, a causa dell’elevata prevalenza in costante aumento, le rilevanti morbosità e mortalità correlate alle complicanze croniche, le ricadute sulla qualità della vita delle persone con diabete e l’elevato assorbimento di risorse – dichiara l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi – L’automonitoraggio della glicemia è considerato un elemento chiave della strategia assistenziale, in quanto un buon controllo della glicemia è in grado di ridurre in maniera sostanziale il numero delle complicanze, limitare i costi della malattia e migliorare la qualità della vita. È altrettanto necessario garantire, per le persone con diabete, l’accesso alle innovazioni tecnologiche, perché queste potrebbero agevolare notevolmente la vita complessa di chi soffre di questa patologia e soddisfare il loro crescente bisogno di salute nel rispetto dei principi di appropriatezza, di efficacia e di sostenibilità del sistema”.
Su questi presupposti, la Regione ha voluto introdurre le innovazioni tecnologiche in grado di facilitare l’automonitoraggio glicemico, riducendo drasticamente il disagio della digitopuntura più volte al giorno, con l’obiettivo di portare benefici alla salute pubblica e al sistema. Già l’anno scorso è stata introdotta in Toscana la nuova tecnologia “Flash Glucose Monitoring”; ora, proprio in questi giorni, la Regione (attraverso la Commissione di valutazione delle tecnologie e degli investimenti in sanità) ha deciso di valutare l’innovazione tecnologica “sistema Eversense”, nell’ambito dei presidi per il monitoraggio glicemico delle persone con diabete, e di verificarne l’effettiva efficacia e sicurezza, definendo chiare indicazioni di appropriatezza d’uso e la modalità di valutazione degli esiti per un definito periodo temporale.
Eversense è il primo sensore impiantabile per il monitoraggio continuo della glicemia (CGM), progettato per la rilevazione dei valori di glucosio fino a 90 giorni senza necessità di sostituzione ogni settimana (rispetto alle tecnologie attualmente in uso). Il sensore viene impiantato a livello sottocutaneo mediante un’incisione millimetrica sulla parte superiore del braccio, in anestesia locale, durante una seduta ambulatoriale di pochi minuti. Il sensore si collega al trasmettitore con tecnologia “senza fili”. Il trasmettitore ha una durata di 12 mesi ed è interamente rimovibile in modo semplice e senza rischi ed è quindi compatibile con qualsiasi tipo di attività. Il sistema Eversense invia allarmi, avvisi e notifiche relativi ai valori del glucosio visibili in qualsiasi momento sull’apposita “app”. Il trasmettitore attraverso suoni e/o vibrazioni avvisa l’utilizzatore quando i livelli di glucosio raggiun gono valori troppo elevati o troppo bassi grazie alla presenza di un algoritmo predittivo, impostato e personalizzato dal diabetologo per ciascun caso.
“Questa tecnologia – spiegano gli esperti – rappresenta un’ulteriore opportunità per facilitare l’esecuzione di un accurato automonitoraggio da parte del paziente e poter disporre dei dati di “tendenza” delle variazioni glicemiche preziosi per le decisioni mediche sull’equilibrio metabolico e gli adeguamenti terapeutici. Per conseguire risultati efficaci e che possano portare a un miglioramento del quadro clinico della persona con diabete, è importante poter scegliere in modo appropriato la tecnologia e la terapia che meglio risponde alle esigenze del paziente stesso. Adesso abbiamo la possibilità di usare e di valutare con un percorso ad hoc quest’ultima innovazione, con le sue caratteristiche di unicità: un traguardo importante per i diabetici toscani e un segnale di attenzione nei loro confronti da parte della Regione, che ha riconosciuto nell’applicazione della tecnologia alle cure sanitarie lo strumento pe r una qualità di vita migliore”.
Diabete, epidemia mondiale
Il diabete è una vera e propria epidemia in costante crescita in tutto il mondo ed è senza dubbio uno dei più importanti problemi di sanità pubblica a livello mondiale.
Anche in Italia i numeri delineano quella che a buon conto può essere definita una patologia “sociale”: ne soffre il 5,4% degli italiani, ossia oltre 3,27 milioni di persone, a cui va aggiunto circa 1 milione di persone che non sanno di avere la patologia.
In Toscana la prevalenza del diabete è del 4,6%, per un totale di oltre 172.000 persone. Il diabete, inoltre, è ancora oggi nella nostra regione causa di ricovero ospedaliero per complicanze dovute alla malattia (ipoglicemia, fra tutte).
In Italia ogni minuto viene effettuata una nuova diagnosi di diabete, ogni 3 minuti e mezzo un soggetto con diabete ha un attacco cardiaco. All’aumentare della prevalenza aumentano anche i costi economici oltre che sociali: in media ogni malato spende 2.600 euro l’anno per la sua salute, di cui solo il 4,2% deriva dalla spesa per i farmaci per il diabete, mentre il 50,2% è legato ai costi dei ricoveri ospedalieri dovuti a complicanze cardiovascolari, renali, oculari e neuropatiche (si calcola che il costo per i pazienti che presentano complicanze sia addirittura quadruplo rispetto ai pazienti non complicati).
Per ridurre il rischio di gravi complicazioni, le ricadute sulla qualità della vita e l’elevato assorbimento di risorse, è fondamentale fare prevenzione, oltre che assicurare un autocontrollo puntuale e un adeguato trattamento.