Oggi è la Giornata mondiale del diabete, istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Il diabete è una malattia spesso subdola, molto conosciuta nel nome ma poco nella vita reale, e per questo a volte curata male o in ritardo.
Il 7% della popolazione italiana soffre di diabete, quasi 4 milioni di persone, e di queste oggi il 18% sono pazienti ‘invisibili’, non trattati in centri specializzati. Numeri destinati a crescere, con l’aumento dell’obesità e la scarsità di risorse economiche investite in cure e terapie per prevenire le complicanze della patologia. A lanciare l’allarme è Raffaele Scalpone, medico diabetologo, responsabile del servizio di diabetologia presso l’Ini Istituto Neurotraumatologico Italiano e presidente dell’Associazione italiana per la difesa degli interessi dei diabetici.
“Negli ultimi anni la vita dei diabetici è migliorata, la ricerca va avanti e le cure si perfezionano. Eppure un diabetico, oltre alla lotta quotidiana con la malattia, deve affrontare una serie di difficoltà, a partire dal diritto essenziale alla cura e alla tutela del posto di lavoro, entrambi a rischio per la carenza di risorse economiche– spiega l’esperto- I costi delle nuove terapie, farmaci innovativi e device in grado di arrestare l’evoluzione del diabete, sono alti e in un prossimo futuro, se le Regioni non provvederanno a stanziare fondi ad hoc, non saranno disponibili per tutti i malati”.
Ma l’accesso alle cure mostra già difficoltà. “Il 18% dei pazienti che presentano forme iniziali di diabete sono affidati al medico di base, malati ‘invisibili’ che dovrebbero avere a disposizione centri e medici specializzati in grado di attuare strategie preventive della patologia diabetica- osserva ancora Scalpone- Inoltre l’incidenza del diabete è in aumento perché è in aumento l’obesità e il rischio, in futuro, è di arrivare al 30% di diabetici non curati, per mancanza di fondi, con la conseguenza di un aumento di complicanze cardiocircolatorie e della perdita della possibilità di condurre una vita normale”.
L’appello è dunque alle Regioni, affinché si avvii una gestione uniforme dei device e si proceda a un maggiore stanziamento di fondi per le terapie del diabete: “Bisogna evitare di avere sistemi sanitari differenti, di avere in Toscana agevolazioni che non esistono in Campania- afferma il diabetologo- Nelle Regioni gli appalti per la gestione e l’utilizzo dei device devono diventare omogenei e devono essere stanziati più fondi per le terapie, altrimenti si rischia che i farmaci innovativi in grado di arrestare l’evoluzione del diabete non saranno disponibili per tutti. Lo stanziamento- conclude l’esperto- dovrebbe essere uniforme per qualità di prestazioni erogate e prodotto acquistato, con gare trasparenti e identiche in tutta Italia”.
Notizia tratta dal sito www.dire.it