In anni in cui la digitalizzazione dell’economia si fa ogni giorno più rampante, è bene tener sempre presente che le sue radici rimangono in ogni caso saldamente piantate a terra: risorse naturali, metalli preziosi e terre rare ne costituiscono l’ossatura. Basti pensare che il 99% del consumo mondiale di gallio è nei circuiti integrati e nei dispositivi optoelettronici, il 74% di indio si trova negli schermi piatti e il 27% di cobalto è contenuto nelle batterie ricaricabili. La digital economy non è e non sarà mai, come ogni attività umana, a impatto zero. Fa però molta differenza se le materie prime che permettono di darle vita vengono estratte dal pianeta o sono frutto di riciclo.
Per questo la Comunità europea all’interno del programma Horizon 2020 ha finanziato il programma di ricerca ProSum, partito nel 2015 e appena concluso. Ogni anno in Europa vengono generati circa 9 milioni di tonnellate di Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), oltre a 7-8 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso e vengono vendute più di 1 milione di tonnellate di batterie: questi prodotti contengono una significativa quantità di materie prime critiche che possono essere recuperate, ed è questo l’obiettivo che ProSUM mira a favorire.
Attualmente l’Unione europea importa infatti la maggior parte di queste materie prime, ma la condivisione di dati strutturati su quantità, tendenze e flussi di riciclo può essere una risorsa importante per migliorare il processo di approvvigionamento delle materie prime critiche. In questo contesto si è inserito il progetto ProSum, che ha dato vita alla prima Urban Mine Platform (UMP) ad accesso libero a livello europeo: un portale web basato su un database centralizzato e aggiornato che fornisce tutti i dati e le informazioni disponibili su giacimenti, scorte, flussi e trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici, veicoli fuori uso, batterie a fine vita e rifiuti minerari, per tutti i 28 Stati membri dell’Ue, più Svizzera e Norvegia. L’obiettivo? Effettuare investimenti più consapevoli e portare a termine scelte politiche volte ad aumentare l’offerta di materie prime seconde, favorendo il riciclo di quei rifiuti che le contengono. I dati messi a disposizione potranno essere utili anche per identificare eventuali standard e regole metodologiche da adottare per migliorare l’intero ciclo di gestione di queste speciali tipologie di rifiuti a livello europeo
«L’Unione europea – dichiara Danilo Bonato, direttore generale del Consorzio Remedia, parte attiva del progetto – affronta una sfida importante per il futuro della sua industria, che passa anche dalla possibilità di approvvigionarsi in modo competitivo di materie prime essenziali per le proprie produzioni strategiche, assicurando così sviluppo e occupazione. In questo scenario, siamo lieti di aver contribuito alla realizzazione di una piattaforma integrata per rendere fruibili a tutti gli interlocutori di riferimento dati aggiornati e completi sulla disponibilità delle principali materie prime critiche, provenienti sia dalle attività minerarie sia dai processi di riciclo dei nostri rifiuti, nel promettente contesto dell’economia circolare».
Notizia tratta dal sito www.greenreport.it