La Regione Toscana ha stanziato 25 milioni di euro, cioè 3,5 milioni all’anno, per il quinquennio 2016-2020 per promuovere la sicurezza sul lavoro.
E’ il dato presentato a Firenze nel corso dell’evento organizzato congiuntamente da Federmeccanica, Assistal, Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil per promuovere la cultura della sicurezza e le buone pratiche nei luoghi di lavoro.
Ad intervenire al posto del presidente Enrico Rossi, trattenuto da impegni istituzionali, è stato Renzo Berti, responsabile del progetto “Prato lavoro sicuro”. Berti ha ringraziato gli organizzatori per il loro apprezzamento verso l’impegno della Regione in materia di sicurezza.
“Siamo una delle Regioni – ha osservato Berti citando in particolare il progetto da lui coordinato – che investe in prevenzione i proventi delle sanzioni. E l’esperienza maturata sul campo ci dice che sono le aziende ispezionate che pagano di più all’erario e che più si mettono in regola”.
Dopo aver ricordato l’importanza dell’opera di vigilanza congiunta attraverso gli ispettori, le forze di polizia, la magistratura, che permette di avere maggiore sicurezza e una più alta regolarità del lavoro anche dal punto di vista contrattuale e previdenziale.
“Il nostro progetto ci insegna – è stata la sua conclusione – che la sicurezza sul lavoro non può discendere dall’imposizione. Quella imposta è una sicurezza effimera. Ciò che serve è invece introdurre e consolidare la cultura della sicurezza in tutti i soggetti, dai datori di lavoro agli stessi lavoratori”.
Per il presidente Rossi l’impegno della Regione si basa su quattro grandi progetti, ai quali se n’è aggiunto un quinto.
“Oltre al Progetto lavoro sicuro – ha spiegato il presidente – che dal settembre 2014 ad oggi ha portato a controllare oltre 10.600 imprese e al quale abbiamo destinato 12,7 milioni di euro, è attivo il piano straordinario per la sicurezza nelle cave, finanziato con 3,2 milioni di euro. In questo settore lo scorso anno abbiamo effettuato 885 controlli in 173 cave. L’obiettivo per il 2018 è di arrivare a 900 controlli nelle cave a 360 nei laboratori del marmo e a 150 controlli ambientali. Il piano amianto è dotato di 1,1 milioni di euro e prevede la vigilanza sanitaria sui lavoratori che sono stati esposti a questa sostanza. Il nostri Piano quinquennale per la sicurezza è finanziato con 7,9 milioni di euro, riguarda tutti i settori produttivi e tutta la Regione, con l’obiettivo di aumentare i controlli del 10%“.
Il presidente Rossi ricorda che a questi settori la Regione nel 2015 voluto aggiungere quello portuale con l’obiettivo di accrescere la sicurezza dei lavoratori di questo importante comparto produttivo.
“E’ però fondamentale – ha ammonito il presidente – che tutti i soggetti facciano fino in fondo la loro parte, assumendo ciascuno le proprie responsabilità senza chiamare in causa fatalità o fattori “altrui”. Da qui l’importanza di iniziative come quella organizzata congiuntamente oggi, in collaborazione con Nuovo Pignone – BHGE che, oltre ai vertici sindacali dei metalmeccanici, ha visto una folta presenza di figure fondamentali come quella dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza ed un’ottima comunità di intenti tra associazioni datoriali e sindacali. Solo con l’impegno comune riusciremo a contenere la massimo gli infortuni sul lavoro e quelli mortali in particolare”.
Nei primi 5 mesi di quest’anno sono infatti già 307 i morti sul lavoro (esclusi quelli cosiddetti in itinere) con 71 vittime nel solo mese di maggio.
La Toscana, con i suoi 20 morti, è la sesta regione italiana dopo Veneto (35), Lombardia (32), Campania (26), Emilia Romagna (25) e Piemonte (24), a dimostrazione dei margini di miglioramento ancora esistenti anche in Toscana.