Secondo lo studio “Bergamot natural products eradicate cancer stem cells (CSCs) by targeting mevalonate, Rho-GDI-signalling and mitochondrial metabolism” pubblicato su Biochimica et Biophysica Acta (BBA) – Bioenergetics da un team di ricercatori italiani e britannici, «Gli estratti del frutto di bergamotto (Citrus Bergamia) non solo riducono i livelli di colesterolo nel sangue, ma uccidono anche le cellule staminali cancerose (CSC). Significativamente, i composti, che sono stati estratti dalla buccia del frutto, si sono rivelati efficaci senza danneggiare le cellule sane, creando la possibilità di sviluppare nuove statine non tossiche»
I ricercatori guidati da Marco Fiorillo, del Paterson Institute dell’università di Manchester, del Biomedical research centre (BRC) dell’università di Salford e del Dipartimento di farmacia e scienze della salute e della nutrizione dell’università della Calabria, spiegano che «Le statine sono il farmaco più ampiamente prescritto al mondo, ma sono controverse perché, anche se riducono il colesterolo e gli infarti, uccidono anche le cellule muscolari e portano alla cardiomiopatia (indurimento del cuore). Le statine sono solitamente disponibili in commercio solo con una prescrizione, ma questi composti di bergamotto sono “nutraceutici” disponibili come integratori alimentari».
La scoperta arriva dopo che i chimici dell’Università della Calabria Lucia Bartella, Leonardo Di Donna, Vincenza Dolce, Giovanni Sindona e Anna Rita Cappello, si sono uniti ai biologi dell’Università di Salford Federica Sotgia, Michael P.Lisanti, specializzati nell’identificazione di metodi non tossici per uccidere le cellule staminali cancerose (CSC) le cellule che portano alla formazione del tumore. In uno studio pubblicato nel 2009 il team calabrese aveva notato per la prima volta che il bergamotto mostra proprietà simili a quelle delle statine.
Questa ricerca – alla quale hanno partecipato anche Maria Peiris-Pagès (BRC) Rosa Sanchez-Alvarez (Paterson Institute), Federica Sotgia e Michael P.Lisanti (Paterson Institute e BRC) – ha scoperto che un mix 2:1 di due estratti del bergamotto, la brutieridina e le melitidina, prendono di mira e inibiscono l’enzima del colesterolo HGMR, tanto efficacemente come una serie di statine in commercio. Inoltre, prende di mira le CSC, causandone il distacco e la morte. Quindi il bergamotto potrebbe avere altri utilizzi oltre a quelli per la produzione di profumi e del tè Earl Grey
Fiorillo sottolinea che «Questa combinazione – quella che chiamiamo BMF – prende di mira i mitocondri che sono davvero la sala macchine delle cellule tumorali, eliminando la capacità delle cellule tumorali di generare energia, facendole quindi morire. Chiaramente, questi sono composti naturali e non tossici, quindi il fatto che siano efficaci nell’uccidere il bersaglio senza danni collaterali, anche se in test di laboratorio, è davvero molto eccitante».
Lisanti, che precedentemente aveva condotto studi sull’uso di altri prodotti nutraceutici come terapie antitumorali, conclude: «Siamo interessati in particolare ai prodotti naturali perché sono accessibili, spesso non tossici e anche relativamente poco caro. L’idea di prodotti naturali come farmaci efficaci non è sorprendente, data la guerra microbica quotidiana che si svolge nel mondo naturale».
Notizia tratta dal sito www.greenreport.it