Nell’era digitale la sicurezza in rete diventa strategica. Da lì passano sempre più dati. Così la Regione Toscana, che già da tempo ha investito in un data center che è diventato anche un cloud dove far girare applicativi (e l’ha messo a disposizione di tutte le amministrazioni toscane), lancia ora l’idea di una struttura coordinata dagli atenei e dai centri di ricerca per proteggere dagli attacchi i database di Comuni, Asl, centri dell’amministrazione pubblica ma anche piccole e medie imprese della Toscana.
La sede sarà a Pisa, con un presidio a Firenze per la parte che più riguarda la pubblica amministrazione, presso il Tix, ovvero il mega server della Regione in grado di raccogliere e proteggere milioni di dati. Il protocollo che mette nero su bianco e dà gambe al progetto è stato firmato stamani a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione, e coinvolge la vice presidente che ha la delega alla ricerca ed università, l’assessore all’organizzazione e l’assessore alle attività produttive.
E’ evidente che con la rete, che pervade sempre più ogni attività quotidiana, sia fondamentale investire in sicurezza. On line si fanno acquisti. Sulla rete si affacciano i server delle aziende con i loro archivi densi di informazioni; e con l’avvento dell’industria 4.0 sempre più macchine, a distanza, dialogheranno tra loro. Ma la rete entra anche nelle case, con la domotica e i cloud casalinghi. Si connettono alla rete i veicoli e gli apparecchi medici. C’è bisogno dunque di scudi adeguati e la pubblica amministrazione non può esser da meno.
La Toscana è stata tra le prime regioni in Italia ad investire risorse pubbliche per portare la banda larga e ultralarga ovunque, anche in quelle zone decentrate e ‘fuori mercato’ laddove le compagnie private non avrebbero investito. L’ha fatto perché senza un’adeguata connessione veloce ad internet un territorio rischia oggi di non essere competitivo. Un’autostrada telematica è importante quanto una strada. Ma occorre proteggere la rete da eventuali falle e soprattutto i piccoli – Comuni o aziende che siano – non sempre hanno risorse e personale per costruire un ambiente sicuro. La Regione da tempo ha investito in un data center centralizzato, il Tix, e l’ha messo a disposizione delle altre amministrazioni. Già in quasi duecento hanno aderito o stanno per farlo.
Il centro regionale sui temi della cybersecurity che nasce servirà a difendere i dati delle pubbliche amministrazioni e fornire a loro ma anche alle aziende, soprattutto quelle più piccole, le soluzioni migliori a livello internazionale per scongiurare gli assalti informatici e i fenomeni di spionaggio industriale. Un passaggio importante nella strategia di promozione dell’industria 4.0. L’obiettivo è fare squadra, valorizzare le competenze presenti in tutta la Toscana e scambiarsi know-how, colmando quel gap di competenze e professionalità sofferto dai più piccoli, condividendo strumenti e buone pratiche.
Il coordinamento del centro, che offrirà un supporto tecnico e e di ricerca scientifica, sarà affidato a tre tecnici della Regione e ad un responsabile per ognuno dei centri universitari. Saranno i team dei ricercatori informatici dei vari atenei ad far funzionare il centro grazie ad assegni di ricerca, borse di studio e i fondi messi a disposizione dalla Regione ogni anno per i dottorati Pegaso. Entro tre mesi università, Cnr e Imt dovranno presentare un progetto, che dovrà prevedere anche la creazione di un osservatorio regionale che cataloghi e studi tutti i casi di attacchi informatici ai danni di pubbliche amministrazioni e privati.
La firma di stamani è stata salutata con soddisfazione dalle università, che si sono dette contente di poter mettere a disposizione le loro competenze. Il Cnr ha sottolineato come l’iniziativa toscana sia parte di una strategia nazionale. L’Europa chiede su questo di fare sistema e l’Italia già lo sta facendo.