La Toscana aggiorna e potenzia la rete regionale delle cure palliative. Lo fa con una delibera presentata in giunta dall’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi e approvata nel corso dell’ultima seduta. Un delibera che fa parte dei primi indirizzi attuativi in tema di DAT, le Disposizioni anticipate di trattamento, e pianificazione delle cure.
“La Toscana è stata tra le prime Regioni che hanno dato corso alla legge nazionale sul biotestamento – commenta l’assessore Saccardi – Noi abbiamo voluto però inserirla in un quadro più complessivo delle cure del fine vita, perché riteniamo che il sistema sanitario, anche laddove non possa curare, debba però prendersi cura della persona fino all’ultimo momento di vita. La delibera che abbiamo approvato lunedì scorso fa parte di questo percorso complessivo di aiuto, sostegno e accompagnamento al paziente nell’ultima parte della sua vita“.
Secondo le indicazioni della delibera, la Rete regionale delle cure palliative dovrà prevedere un Responsabile della rete stessa, un Comitato strategico regionale, una sottorete operativa per ciascuna area vasta. Dovranno essere individuate tutte le azioni necessarie al potenziamento e alla qualificazione dei servizi della rete. Dovranno essere adottate iniziative formative in tema di cure palliative, rivolte a tutto il personale sanitario. Le tre Università della Toscana dovranno essere coinvolte anche nella fase della formazione pre-laurea di tutte le professioni sanitarie. Dovranno essere definiti degli indicatori di esito, in aggiunta agli indicatori Lea (Livelli essenziali di assistenza), per monitorare il funzionamento della rete.
Inoltre, nel piano di attività 2018-2019 del Comitato strategico regionale delle cure palliative dovranno essere inserite le attività necessarie al potenziamento, alla funzionalità e all’efficienza dei servizi della rete delle cure palliative: la revisione dello stato dell’arte della Rete dei servizi. Quindi la definizione di un piano di adeguamento che includa: le azioni individuate dalle aziende sanitarie per l’incremento del numero di posti letto hospice, fino al raggiungimento degli standard previsti per l’accesso ai fondi integrativi dello Stato atti a garantire i livelli essenziali di assistenza; le azioni individuate dalle aziende sanitarie per garantire l’assegnazione di personale.
Le cure di fine vita in Toscana
L’Ars, Agenzia regionale di sanità, ha condotto uno studio su “La qualità dell’assistenza nelle cure di fine vita“, nel quale ha focalizzato l’attenzione sulle cure erogate nell’ultimo anno di vita a pazienti con una storia clinica di tumore, malattia cronica, o entrambe. Secondo i risultati dello studio, in Toscana la situazione delle cure di fine vita resta “ospedale-centrica“: nell’ultimo mese di vita più di un terzo dei pazienti ha effettuato almeno un accesso al pronto soccorso e la grande maggioranza (75%) ha effettuato almeno un ricovero in reparto per acuti; il decesso è avvenuto in ospedale nel 45,5% dei casi.
L’8% dei soggetti ha fatto ricorso all’hospice nell’ultimo mese di vita, con percentuali altamente differenti a seconda della condizione clinica: 17% nel caso dei tumori, solo l’1% tra i pazienti con malattia cronica. Tra i pazienti deceduti che hanno fatto ricorso all’hospice, il 50% lo ha fatto solo nell’ultima settimana di vita, mentre prima dell’ultimo mese di vita questo è accaduto solo nel 13% dei casi.
A fronte di questa realtà che vede le cure di pazienti molto anziani affetti da cronicità in fase avanzata ancora troppo centrate sull’ospedale, e quindi su trattamenti ad alto livello di intensività e invasività, in realtà i desideri della maggior parte dei pazienti e delle loro famiglie vanno nella direzione opposta. E’ necessario quindi passare da un sistema che si ostina a “curare” le disease, le malattie, indipendentemente dalla fase più o meno avanzata in cui si trovano, ad uno che “si prenda cura” delle illness e delle sickness, cioè del vissuto dei malati e delle loro famiglie e dei loro bisogni.