Miglioramento del 18% della competitività di eolico e solare, forte calo dei prezzi delle nuove batterie
Dall’ultimo studio pubblicato da di Bloomberg New Energy Finance (Bnef), che paragona i costi delle diverse fonti di energia elettrica a livello mondiale, viene fuori che «A seguito delle spettacolari riduzioni dei costi non solo per le tecnologie eoliche e solari ma anche per le batterie, carbone e gas stanno affrontando una crescente minaccia alla loro posizione nel mix di generazione di energia elettrica mondiale»
Il rapporto Benef sui costi livellati dell’elettricità (Lcoe – levelized costs of electricity) per tutte le tecnologie di punta rileva che «I combustibili fossili stanno affrontando una sfida senza precedenti in tutti e tre i ruoli che svolgono nel mix energetico: l’offerta di “bulk generation”, la fornitura di “produzione dispacciabile” e la fornitura di “flessibilità”. Nella “bulk generation”, la minaccia arriva dall’eolico e dal solare fotovoltaico, che nell’ultimo anno hanno entrambi ridotto ulteriormente le loro Lcoe, grazie al calo dei costi di capitale, al miglioramento dell’efficienza e alla diffusione delle aste competitive in tutto il mondo».
Per quanto riguarda l’energia dispacciabile, – la capacità di rispondere alle richieste della rete per far salire o scendere la produzione di elettricità in qualsiasi momento della giornata – la nuova sfida al carbone e gas proviene dagli accumulatori a batterie per l’energia prodotta da eolico e solare, che «consentono a queste due fonti rinnovabili “variabili” di regolare la loro produzione e, se necessario, spostare i tempi di fornitura».
In termini di flessibilità – la capacità di accensione e spegnimento in risposta a carenze di energia elettrica ed eccedenze di rete durante periodi di ore – «le batterie stand-alone sono sempre più convenienti e stanno iniziando a competere sul prezzo con gli impianti a gas open-cycle e con altre opzioni come l’idroelettrico pompato».
Le implicazioni per il futuro mix energetico di queste mutevoli dinamiche dei costi saranno discusse al Bloomberg New Energy Finance Future of Energy Summit che si terrà a New York il 9 e 10 aprile, intanto la responsabile economia energetica del Bnef, Elena Giannakopoulou, ha spiegato che «Il nostro team ha esaminato da vicino l’impatto della riduzione del 79% registrata dal 2010 nei costi delle batterie agli ioni di litio sull’economicità di questa tecnologia di stoccaggio in diverse parti del sistema elettrico. Le conclusioni per il settore dei combustibili fossili sono agghiaccianti». Anche con i costi in picchiata delle energie rinnovabili, alcune centrali elettriche a carbone e gas esistenti continueranno ad avere un ruolo per molti anni, combinando la produzione di massa con il bilanciamento e resistendo all’aumento della penetrazione di energia eolica e solare. Ma la costruzione di nuove centrali a carbone e gas sarà sempre meno economica rispetto alle batterie che sono sempre più competitive per quanto riguarda «la flessibilità e il picco delle entrate di cui godono le centrali a combustibile fossile».
Il rapporto Bnef calcola le Lcoe di ciascuna tecnologi, tenendo conto di tutto, dai costi delle attrezzature, di costruzione e di finanziamento, alle spese di funzionamento e manutenzione e alle ore medie di funzionamento e ha rilevato che «Nella prima metà del 2018, il benchmark global Lcoe per l’energia eolica onshore è di 55 dollari per megawatt-ora, in calo del 18% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno, mentre l’equivalente per il solare fotovoltaico senza sistemi tracking è di 70 dollari per MWh, anche lui in calo del 18%. Il Lcoe dell’eolico offshore è di 118 dollari per MWh in 1H 2018, in calo del 5%».
L’analisi di Bnef mostra costi particolarmente bassi dell’elettricità per l’energia eolica onshore in India, Brasile, Svezia e Australia e, in particolare, i bassi costi per l’elettricità da fotovoltaico in Cile, India, Australia e Giordania. In Medio Oriente, le prospettive per l’energia solare e le batterie sono così buone che il SoftBankGroup e Arabia Saudita costruiranno impianti fotovoltaici per 200 gigawatt.
Secondo le proiezioni del Bnef sui prezzi attuali e futuri del carbone e del gas rispetto all’energia eolica e solare, in Cina l’eolico onshore è già più economico del gas e sta rapidamente diventando più economico del carbone, mentre il solare sta rapidamente diventando più economico del gas e batterà il carbone entro qualche anno.
Prendendo come esempio l’India, il Bnef presenta un Lcoe di riferimento per l’energia eolica onshore di appena 39 per MWh, in calo del 46% rispetto a un anno fa e per il solare fotovoltaico a 41 dollari, in calo del 45%. In confronto, il carbone arriva a 68 dollari per MWh, e il gas a ciclo combinato a 93 dollari. Inoltre, a seconda delle caratteristiche del progetto, in India i sistemi wind-plus-battery e solar-plus-battery hanno ampi range di costo, rispettivamente di 34 – 208 dollari per MWh e di 47 – 308 per MWh, ma queste differenze si stanno riducendosi rapidamente.
Seb Henbest, a capo di Bnef Europa, Medio Oriente e Africa. aggiunge che «Le aste competitive per le nuove capacità di energia rinnovabile hanno costretto gli sviluppatori, i fornitori di attrezzature e i finanziatori a sostenere tutti i diversi costi della realizzazione dei progetti eolici e solari. Grazie a questo e ad una tecnologia progressivamente più efficiente, stiamo assistendo a prezzi bassi record per l’energia eolica e solare, e quindi quei record vengono battuti ancora e ancora su base regolare. Questo sta avendo un effetto potente: sta cambiando le percezioni».
Il Bnef ha analizzato dal 2009 i dati sui costi livellati dell’elettricità per le diverse tecnologie, basandosi sul suo database di finanziamenti di progetti e lavorando con i suoi team di analisti sulle dinamiche dei costi nei diversi settori, e dice che in questo periodo di 9 anni, «Il global benchmark Lcoe per il solare fotovoltaico senza tracking è diminuito del 77% e quello dell’eolico onshore del 38%». Nello stesso periodo i Lcoe per le fonti energetiche più vecchie, come carbone, gas, nucleare e mega-idroelettrico, hanno avuto nel migliore dei casi solo riduzioni molto modeste e in alcuni Paesi i loro costi sono in realtà aumentati. L’indice dei prezzi delle batterie agli ioni di litio di Bnef mostra un calo dai 1.000 dollari per kWh nel 2010 a 209 dollari per kWh nel 2017.
Per spiegare cosa sia la rapida rivoluzione in corso evidenziata dal rapporto Bnef, Joe Romm ricorda su ThinkProgress che «Ad esempio, le super-efficienti centrali a gas a ciclo combinato a turbina (Ccgt) che sono state popolari negli ultimi decenni, sono state progettate per essere utilizzate a piena potenza tra il 60% e il 90% delle volte. Ma il loro effettivo tasso di utilizzo (chiamato anche “fattore di capacità”) è precipitato negli ultimi anni e ora si avvicina al solo 20% in diversi Paesi come Cina, Germania e India».
Anche negli Usa di Donald Trump le cose non vanno tanto bene per i combustibili fossili che piacciono al Presidente: perfino la repubblicana Arizona si è rifiutata di approvare i piani di tre compagnie elettriche che prevedevano più centrali a gas e il 28 maggio l’agenzia di regolamentazione dell’energia dell’Arizona ha chiesto loro di «sfruttare maggiormente lo stoccaggio di energia e gli impianti che producono a zero emissioni». la California, che se fosse uno Stato indipendente sarebbe la sesta più grande economia mondiale, ha approvato una legge che impone che entro il 2030 la metà della sua energia sia rinnovabile. Con il crollo dei prezzi del solare e dell’eolico, la NRG Energy ha recentemente dichiarato che chiuderà tre centrali a gas.
Secondo Romm, «Le cose diventeranno sempre più difficili per il gas e il carbone rispetto alle rinnovabili». La proiezione del Bnef dei prezzi attuali e futuri per gli Usa «Dimostra che l’eolico onshore è già più economico del carbone e sta diventando più economico del gas. Il fotovoltaico solare sta rapidamente diventando più economico del carbone ed entro qualche anno batterà il gas. A livello globale, per il carbone, e in particolare per il gas, sarà ancora più difficile. Questo perché la maggior parte dei posti del mondo non ha gas naturale a buon mercato prodotto dal fracking come fanno gli Stati Uniti. Inoltre, i nuovi mercati energetici più grandi sono nei Paesi in via di sviluppo, che non hanno un’estesa rete elettrica, rendendo ancora più interessanti le rinnovabili distribuite. Ma questi Paesi hanno spesso terreni non urbanizzati, relativamente poco costosi in posti molto soleggiati».
Notizia tratta dal sito www.greenreport.it