Confcommercio, Valdarno: il terziario si conferma la componente più dinamica dell’economia

Un’azienda su due in Valdarno appartiene al terziario, ovvero ai settori commercio, turismo, servizi e professioni che Confcommercio rappresenta. In termini assoluti, le aziende del terziario nel Valdarno aretino sono 4.108 su un totale di 8.642 imprese registrate negli elenchi camerali. Nel Valdarno fiorentino sono invece 2.459 su un totale di 4.763 imprese.

Questo è quanto emerge dall’analisi che l’ufficio studi della Confcommercio ha condotto sui dati delle Camere di Commercio di Arezzo e Firenze relativi all’andamento degli ultimi cinque anni, dal 2014 al 2018.

Per quanto riguarda nello specifico il Valdarno aretino, anche negli ultimi cinque anni il terziario si dimostra la componente più dinamica dell’imprenditoria, che per il resto ha purtroppo subito una contrazione perdendo ben 172 aziende nel confronto tra 2014 e 2018. Un’emorragia che viene da più lontano: rispetto al 2006, quando erano 9.271 in totale, mancano infatti all’appello addirittura 629 imprese.

Le perdite più gravi dal 2014 hanno riguardato il comparto edile (-112), le attività manifatturiere (-76) e l’agricoltura (-48). Perdite solo in parte recuperate grazie alla performance positiva del turismo, delle attività professionali, immobiliari e assicurative.

Il commercio, sia all’ingrosso che al dettaglio, continua a fare la parte del leone per numero di attività e regge botta perdendo solo 8 unità (dalle 1.831 del 2014 alle 1.823 del secondo trimestre 2018) nonostante il perdurare della contrazione dei consumi. Una conferma della vocazione commerciale del Valdarno aretino, dove la rete distributiva resta la parte più consistente dell’imprenditoria, con il 21% delle aziende iscritte al registro camerale.

Oltre il 43% delle imprese del Valdarno aretino è ubicato nei comuni di Montevarchi e San Giovanni Valdarno. In termini assoluti, ve ne sono 1.475 a San Giovanni Valdarno e 2.276 a Montevarchi, dove negli ultimi cinque anni ha registrato segno positivo perfino il commercio (dalle 556 aziende registrate nel 2014 alle 564 del 2018) oltre ai comparti del terziario già segnalati.

Sembra invece vivere un momento un po’ meno brillante San Giovanni, dove a parte agenzie di viaggio (+4), servizi di informazione (+5) e attività assicurative e finanziarie (+9), in lievissima crescita, il resto dei comparti – dalla produzione al commercio – chiude con il segno meno.

Il Valdarno aretino conta un numero di imprese maggiore rispetto a quello del Valdarno fiorentino: sono quasi il doppio, 8.642 contro 4.763, ma va registrato che il fiorentino non segna perdite rispetto a cinque anni fa, anzi va avanti col segno più in tutti i comparti, dall’agricoltura a commercio, turismo e servizi. Perfino manifatturiero e costruzioni lì hanno avuto perdite molto piccole rispetto al 2014: si parla di otto unità per le costruzioni e 3 per la manifattura. Il risultato generale è un +179 unità dal 2014 ad oggi. La componente maggioritaria resta quella delle imprese commerciali, come nella parte aretina: sono 1.061, in pratica quasi una su quattro.

“Dal punto di vista commerciale il Valdarno aretino è considerato più appetibile”, sottolinea il presidente della delegazione Confcommercio di San Giovanni Paolo Mantovani, “per dirlo in parole semplici: se qualcuno vuole aprire un negozio sceglie le vie principali di San Giovanni o Montevarchi. Ma chi intende investire in aziende di servizio più innovative o nelle imprese legate al turismo, sceglie il Valdarno fiorentino, dove si percepisce un dinamismo maggiore, vuoi forse per la vicinanza con Firenze, vuoi per la maggiore capacità di attirare flussi turistici. Se vogliamo incrementare il turismo anche da noi dobbiamo investire energie e risorse per creare un prodotto turistico territoriale efficace”.

“L’andamento registrato in Valdarno rispecchia quanto sta avvenendo a livello nazionale”, aggiunge la presidente della delegazione Confcommercio di Montevarchi Federica Vannelli, “la terziarizzazione dell’economia è ormai consolidata ma va accompagnata da investimenti sempre più massicci nell’innovazione e nelle infrastrutture, anche per assecondare la crescita di nuove realtà imprenditoriali. Il Valdarno conta già alcuni fiori all’occhiello, ma con le giuste strategie si potrebbe spingere sulle nuove frontiere dell’information technology e diventare un polo di eccellenza per altre realtà imprenditoriali”.

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