“Sollecitiamo i Comuni a procedere rapidamente alla costituzione dell’Ambito Territoriale Valdarno, è un’occasione da non perdere per lo sviluppo del turismo e dell’economia in generale”. Confcommercio ha le idee molto chiare e all’indomani del convegno organizzato sul tema dal Comune di Bucine lancia il suo appello a tutte le Amministrazioni valdarnesi.
“È importante che la firma della convenzione sia fatta entro dicembre di quest’anno, pena la perdita di quegli 85mila euro messi a disposizione dalla Regione Toscana per chi rispetta questa scadenza”, sottolinea la responsabile dell’area turismo di Confcommercio Laura Lodone, “sono soldi utili da investire nell’organizzazione del territorio dal punto di vista turistico”.
“La costituzione dell’Ambito da sola non basta certo a risolvere il problema della governance turistica, ma almeno dà un indirizzo politico preciso da seguire e predispone il territorio a nuove strategie per beneficiare dei flussi turistici in arrivo. Il Valdarno sconta un forte ritardo rispetto ad altre mete limitrofe: nel 2017 ha registrato 380mila presenze contro le 660mila del Chianti. Chiaro quindi che non si può aspettare oltre: per non restare troppo indietro dobbiamo agganciarci subito a questo momento di forte crescita del turismo, sia a livello mondiale e nazionale”.
Gli “ambiti” così come pensati dalla Regione Toscana, guidati ciascuno da un Comune capofila, servono a gestire in forma associata l’accoglienza e l’informazione turistica. “Finalmente avremmo un referente unico per tutti i progetti che riguardano il turismo. – dicono le responsabili delle delegazioni Confcommercio di San Giovanni Laura Cantini e di Montevarchi Roberta Soldani – Adesso occorre ogni volta interfacciarsi con tanti interlocutori e metterli d’accordo non è mai semplice. Senza contare che i tempi delle amministrazioni pubbliche sono troppo lunghi rispetto a quelli che il mercato impone alle imprese: ci vuole più rapidità per non perdere certi treni”.
Fra i “treni” che la Confcommercio valdarnese non vorrebbe perdere c’è quello del turismo sportivo: “stiamo lavorando ormai da un paio di anni al progetto Valdarno Bike Road, nato dall’esempio della ciclostorica La Marzocchina per attirare gli appassionati di cicloturismo. È piaciuto molto anche alla Regione Toscana, ma per andare avanti e godere di fondi pubblici deve per forza avere l’ok di tutte le Amministrazioni. La costituzione dell’Ambito Territoriale turistico del Valdarno potrebbe accelerarne i tempi di realizzazione e favorire la rete pubblico-privato, poi ci garantirebbe l’accesso ai servizi di Toscana Promozione, che si occupa di promuovere i prodotti turistici realizzati nei territori”.
Ad oggi il Valdarno aretino può contare su 273 imprese ricettive, per un totale di 7.568 posti letto. Nel 2017 la vallata ha avuto 108 mila arrivi e 380 mila presenze. Tre notti e mezzo la permanenza media. “I margini di crescita qui sono altissimi, se si pensa che il Chianti di imprese ricettive ne ha quasi il triplo (849) per il doppio dei posti letto (14mila), compreso com’è fra le città di Firenze, Siena e Arezzo, il Valdarno si trova in un triangolo d’oro e può sviluppare a buona ragione prodotti destinati a diversi segmenti turistici: piccoli borghi, ambiente, enogastronomia, cicloturismo per citarne alcuni, ma anche lo shopping di lusso, vista la presenza di aziende importanti della moda. Insomma, le premesse ci sono tutte e non mancano gli imprenditori privati pronti ad investire. Ora, però, è la parte pubblica a dover fornire una cornice istituzionale e normativa certa entro cui incanalare lo sviluppo”.