Tre incontri in programma fino a febbraio per disegnare il futuro centro storico. Iniziativa di Comune e Inu
Si chiama “Il Centro che vorrei” ed è il percorso di partecipazione promosso dal Comune in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Urbanistica (in sigla INU), che si propone di ridisegnare, tutti insieme, il futuro centro storico di Figline. Un modo per dare voce ai cittadini, che indicheranno su cosa puntare per riqualificare sia dal punto di vista funzionale/strutturale, sia sociale/culturale il cuore del capoluogo figlinese.
Il primo dei tre incontri in programma è quello dell’11 dicembre, quando il Palazzo Pretorio di Figline, alle ore 21, ospiterà la serata di presentazione del percorso e le sue modalità di svolgimento.
Il secondo appuntamento, invece, è fissato per il 13 gennaio alle 10, davanti al Palazzo Pretorio, per una passeggiata esplorativa del centro. Durante il tour, che si concluderà alle 13, i cittadini avranno la possibilità di visitare vari luoghi, segnalare eventuali criticità e suggerire modifiche o interventi su cui puntare per rivitalizzarli o riqualificarli.
L’ultima tappa del percorso si svolgerà il 3 febbraio, dalle 9,30 alle 17, quando si tornerà a Palazzo Pretorio per due sessioni di lavori: la prima prevede un confronto tra buone prassi di gestione e valorizzazione dei centri storici; la seconda, invece, rappresenterà il momento di condivisione e di sintesi di quanto emerso nei vari step del progetto.
“Il centro storico è un luogo di grande affezione per l’intera cittadinanza e siamo consapevoli della presenza di varie criticità a cui vogliamo dare risposta – ha spiegato la sindaca Mugnai -. È per questo motivo che invitiamo i cittadini a costruire, tutti insieme, la visione futura di questa area della città, in modo da prevedere politiche e interventi mirati a riqualificarla in funzione delle loro esigenze. Questo percorso partecipativo, quindi, sarà un vero e proprio momento di ascolto e di raccolta di istanze e di idee da parte di chi il centro storico lo vive per lavoro, per svago o per residenza, in modo che siano loro stessi a segnalarci le questioni di più urgente risoluzione e le proposte per il suo miglioramento. L’idea è quella di non limitarsi solo agli aspetti urbanistici e strutturali, ma di avere uno sguardo più ampio possibile sulle sue complessità. Così facendo, potremo costruire basi condivise per mantenere il decoro, per puntare al miglioramento dei servizi offerti in quell’area e per rivitalizzarla, anche dal punto di vista culturale e di promozione del territorio”.