A Cavriglia prosegue il conto alla rovescia in vista del “Walden Festival”, la storica prima edizione dell’evento che porterà l’”arte tra i boschi” dell’area di Bellosguardo.
Tante le iniziative di avvicinamento promosse da Fotosintesi Lab Project, soggetto promotore dell’evento, insieme all’Amministrazione Comunale di Cavriglia, per avvicinare la cittadinanza alla prima edizione di un evento unico nel panorama regionale.
La notte scorsa sono stati lasciati nelle principali stazioni ferroviarie del Valdarno aretino e fiorentino alcuni libri usati con all’interno un segnalibro del Walden Festival.
Una sorta di indizio per suscitare curiosità e spingere la gente ad informarsi su tutto quello in programma tra venerdì 31 agosto e domenica 2 settembre.
Tra i più attesi sul palco, Omar Pedrini dei Timoria, Federico Fiumani dei Diaframma, Maurizio Carucci degli Ex-Otago, Giorgio Canali, Pierpaolo Capovilla, Bunna degli Africa Unite, che presenteranno performance quasi acustiche per l’occasione.
Questo il messaggio lasciato dagli organizzatori del festival insieme al segnalibro nelle stazioni valdarnesi:
“Ciao, come potrai esserti già reso conto, quello che hai tra le mani è un libro.
Un libro all’interno del quale – oltre a questo inutile foglio – hai trovato un segnalibro, dove dovrebbe essere chiara l’origine dell’oggetto che hai appena ricevuto in dono. E sul quale puoi assolutamente leggerne la funzione “materiale”.
Quello che invece vorrei dirti, in quanto apparente inanimato agglomerato di pagine scritte, è che la mia funzione simbolica è un tantino diversa, da quello che di primo impulso potrebbe venirti in mente.
Intanto, puoi leggermi, e non è poco, soprattutto se consideri quello che questa azione può accompagnare (e cioè sognare, immaginare, comprendere, riflettere, discutere). Poi, puoi scegliere di prestarmi, donarmi, conservarmi gelosamente in una mensola di un qualsiasi mobile di casa tua, oppure tenermi in attesa sul tuo comodino.
Ma soprattutto puoi far in modo che io diventi un mezzo per avviare qualcosa di differente, quantomeno rispetto alla quotidianità che subiamo oramai da troppo tempo. Posso essere uno strumento di socialità (ahimè) “alternativa”. Quel qualcosa che un tempo si consumava su una panchina, su un muretto, in una piazza, in un bar oppure comunque in un luogo analogo a quello in cui mi hai trovato, in sosta.
Quella socialità per la quale si parla guardandosi negli occhi, si raccontano emozioni interagendo, si chiedono pareri offrendo in cambio le proprie opinioni, le proprie sensazioni. Quella socialità per la quale anche un libro come me, diviene spunto di discussione. E per questa intendo un civile scambio di pareri finalizzato all’accrescimento, al confronto costruttivo, alla conoscenza.
Solo dopo tutto questo – se vorrai – potrai ricercare qualcosa in più, utilizzando al volo il tuo smartphone.
Non fraintendere: quello che utilizzi come un protesi naturale del tuo essere, è uno strumento meraviglioso, che le generazioni in via di estinzione (o già estinte) ti invidierebbero con tutto loro stessi. Hai accesso al mondo a portata di mano, per la grandezza di un taschino dei pantaloni.
Usalo, se vuoi, anche per conoscere. Anche per approfondire. Non negarti un dubbio oppure una domanda su qualcosa che non conosci, consapevole di avere la risposta immediata a portata di palmo.
Ma non dimenticarti mai che prima del virtuale, quello che è fisicamente tangibile e più faticosamente ottenibile, resiste e sopravvive nella realtà. Ed io, in quanto libro, faccio parte di quella categoria.
Se sei arrivato a leggere fino a qui, non ti viene voglia di iniziare a sfogliarmi, e proseguire a farlo?
In questo caso, ci vediamo al Walden Festival. E non dimenticare di portarmi con te”.