“Un colpo durissimo. Per i lavoratori coinvolti, per le loro famiglie e, a cascata, per le attività economiche, quasi tutte ditte artigiane, dell’area intera che risentiranno delle ripercussioni economiche della mancata produzione di reddito. E i numeri sono peggiori di quelli fino ad oggi annunciati, perché ai 318 lavoratori in procedura di licenziamento, se le cose rimarranno così, andranno aggiunti i circa 100 dipendenti della decina di imprese locali che lavorano nell’indotto della multinazionale belga. Un indotto che in passato ha contribuito al successo del cord metallico, rispondendo prontamente con investimenti e capacità imprenditoriali richiesti prima dall’azienda Pirelli poi dalla Bekaert”.
Così Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana ed imprenditore di Figline e Incisa Valdarno, sulla chiusura dello stabilimento Bekaert, che appena qualche anno fa ha comprato dalla Pirelli lo storico stabilimento che da 60 anni produce nel Valdarno cordicelle di metallo per pneumatici.
“Una scelta incomprensibile e un atto irresponsabile, frutto non tanto o non solo di logiche globali, quanto di una modalità pirata di fare impresa (che ha coinvolto e coinvolge anche grandi imprese 100% italiane) che depreda risorse e know how di un territorio per poi trasferirsi altrove” prosegue Cioni.
“Indispensabile uno scatto di reni del livello politico, a partire dall’incontro di martedì al Ministero dello Sviluppo economico. L’obiettivo? Il ritiro della procedura di chiusura ed una strategia per la qualità, lo studio e la progettazione del cord metallico” conclude Cioni.