Divelta ad Arezzo una stele che ricorda la Shoah: un gesto vile e violento, sul quale è necessario che magistratura e forze dell’ordine facciano piena chiarezza. E’ ferma la condanna che il presidente e la vice presidente della Regione Toscana esprimono a nome di tutta la giunta.
Si sta allungando in molte parti del paese, sottolineano, una catena di eventi – dalle minacce alla sindaca di Empoli, allo sfregio a Milano contro una targa che ricorda un operaio deportato a Mauthausen, sino al fatto di Arezzo – che sembra volere rappresentare una studiata provocazione a pochi giorni dalla celebrazione della Giornata della Memoria.
La manifestazione di venerdì al PalaMandela manderà, con le voci dei testimoni della Shoah e la partecipazione di migliaia di studenti, una risposta forte a tutti coloro che cercano di riportare in vita fantasmi di un passato che non deve tornare. Perché, rimarcano il presidente e la vicepresidente, non si è ormai di fronte solo a gesti anonimi e isolati, il rischio è ben più serio se si accetta che nel dibattito politico possano trovare spazio inaccettabili revisionismi o circolare parole come ‘razza’. C’è una lavoro quotidiano da fare, affermano, fondato sulla conoscenza della realtà storica e sulla difesa della memoria di chi ha subito la violenza del nazifascismo. Un lavoro che la Regione Toscana tiene vivo con esperienze come il treno della Memoria e il Meeting annuale e con l’attività del suo Osservatorio sui nuovi fascismi.