Asco 2018, otto italiani tra migliori giovani oncologi internazionali

Diffondere le scoperte della ricerca ed espandere i risultati della medicina di precisione: questi gli obiettivi dichiarati – fin nel titolo – del meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO, 1-5 giugno), che si apre in questi giorni a Chicago. Si tratta del più importante evento mondiale dedicato alla ricerca ed alle nuove frontiere terapeutiche della lotta alle neoplasie. Nello specifico il focus sulla precision medicine è stato indicato dal presidente degli oncologi americani, Bruce Johnson, come obiettivo di una comunità medico-scientifica che è orientata oggi più che mai a non “trattenere o disperdere i risultati della ricerca”, ma a “finalizzarli il più possibile a beneficio del singolo paziente”. Al centro dell’attenzione ci saranno gli sviluppi dell’immunoncologia e della biopsia liquida, che sono negli ultimi anni gli elementi chiave delle speranze, laddove parlare di “medicina di precisione” sta diventando il nuovo e positivo mantra di chi si occupa di oncologia. In particolare grandi attese vengono nell’ambito dei tumori al polmone, una delle patologie più devastanti, dove sono stati annunciati importanti risultati da studi e trials internazionali attualmente in atto.

La presenza italiana sarà come sempre nutrita e qualificata nell’elenco dei relatori dell’ASCO, con in testa Alberto Bardelli (direttore del Laboratorio di Oncologia Molecolare dell’Istituto Candiolo di Torino) già premiato a livello internazionale proprio per le sue ricerche sulla biopsia liquida, nome italiano di riferimento di settore, che si trova oggi ad essere nell’elite della ricerca mondiale in oncologia; gli altri oncologi del nostro Paese a presentare studi nelle sessioni plenarie saranno tra gli altri Filippo De Braud (Istituto Nazionale dei Tumori, INT, di Milano), Valentina Guarneri (specialista in carcinoma mammario, Istituto Oncologico Veneto, IOV, di Padova) e Maria Chiara Garassino(specialista neoplasie polmonari, INT), tutti specialisti da cui la comunità internazionale (oltre che italiana) si attende risultati, visione futura e concretezza clinica.

I vincitori del Merit Award

Particolarmente nutrita sarà poi la pattuglia dei giovani oncologi italiani premiati con il Merit Award, premio che viene attribuito ai clinici e ricercatori di tutto il mondo che si sono distinti in ricerche e sperimentazioni di particolare rilievo. Si tratta di otto specialisti under-40 che stanno svolgendo ricerche di particolare innovatività, giudicate rilevanti per lo sviluppo dell’oncologia mondiale.

I giovani premiati sono l’ematologa cuneese, Alessia Castellino, che dopo la laurea a Torino è attualmente attiva presso la Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota. Il suo campo di sperimentazione sono le terapie per combattere linfomi, nello specifico il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL). Pugliese, Vincenza Conteduca (37 anni) è un oncologa specializzata nell’ambito uroginecologico presso l’IRST di Meldola (Forlì-Cesena). Laureata a Bari, è già stata pluripremiata anche a livello europeo per le sue ricerche nell’ambito dell’analisi genetica dei pazienti con carcinoma prostatico. 33enne padovana, Francesca Battaglin, è una specialista dell’Istituto Oncologico Veneto ed è in un periodo di ricerca a Los Angeles per uno studio in farmacogenetica indirizzato a identificare una variante genetica in pazienti affetti da tumore del colon metastatico. Un’altra veneta, Luisa Carbognin (classe 1984, Azienda ospedaliera di Verona) viene premiata per la sua ricerca in cui ha applicato il next-generation targeted sequencing (NGTS) al carcinoma lobulare invasivo al seno. Attualmente in post-dottorato al Gustave Roussy Cancer Campus di Parigi, Lisa Derosa, 34 anni, studia l’impatto della flora intestinale e degli antibiotici sull’efficacia dell’ immunoterapia, per individuare i batteri maggiormente implicati. La ricerca che l’ha portata al premio dell’ASCO ha analizzato queste variabili in tre tipi di tumore: del rene, del polmone e della vescica.

Proviene invece da un lungo percorso di studi al San Raffaele Paolo Strati, attualmente in azione presso l’Anderson Cancer Center di Houston: dopo un’esperienza come giovanissimo professore associato presso la Mayo Clinic, Strati sta svolgendo presso il prestigioso centro di oncologia del Texas una ricerca sulla leucemia cronica linfocitaria. Da ultimo due oncologi che hanno compiuto il loro percorso presso l’Università di Genova: Matteo Lambertini e Alberto Puccini. Lambertini, specialista in oncologia senologica, è attualmente in una fase di ricerca presso il centro Jules Bordet di Bruxelles, dove sta approfondendo i temi connessi alla fertilità ed alla gravidanza in giovani donne che hanno ricevuto una diagnosi di carcinoma mammario. Alberto Puccini, ora alla Keck School dell’Università della Southern California di Los Angeles, sta invece sviluppando una specifica ricerca sui biomarcatori all’interno delle neoplasie colorettali. E per questi studi, come i suoi colleghi, è stato premiato con il Merit Award 2018.

Notizia tratta dal sito www.dire.it

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