Ha 76 anni l’aretino che stamani, mentre stava giocando a tennis, si è accasciato a terra.
Erano le 9.45 quando dal Circolo Tennis Giotto è partita una chiamata al 118 per arresto cardiaco. Le persone sul posto, guidate dall’infermiere della centrale, hanno iniziato subito a praticare il massaggio cardiaco e preso il defibrillatore che era nel posto. Dopo una prima scarica il cuore ha ripreso a battere. All’arrivo dell’automedica l’uomo è stato intubato e trasportato in codice rosso al Pronto Soccorso di Arezzo. Adesso è cosciente e i parametri sono buoni.
Un’altra persona salvata quindi da un sistema che funziona e una vita salvata non ha prezzo. “L’ arresto cardiaco – ricorda Massimo Mandò, direttore Dipartimento Emergenza Urgenza – è una patologia che ogni anno colpisce nella nostra provincia 340/350 persone. Da quando è partito il progetto cuore nel 2011, la percentuale delle persone salvate si è alzata notevolmente, passando dal 5% al 38%. Ogni minuto che trascorre dall’evento infatti, le possibilità di recupero diminuiscono del 10%. Ma già dopo 4 – 5 minuti, anche se la vita si riesce a salvare, il rischio di riportare lesioni cerebrali gravissime è elevato”.
Il fattore tempo è la maggiore discriminante. E assieme a questo anche le capacità di assistere la persona colpita da arresto cardiaco, dapprima con un allarme immediato al 118, poi, in attesa dell’arrivo dei soccorsi sanitari, adottando misure immediate.
Se c’è un defibrillatore e lo si utilizza con manovre semplici e corrette che lo stesso apparecchio indica, si salvano vite. E’ arrivato a 800 il numero dei defibrillatori nella provincia di Arezzo e il numero è destinato ad aumentare. Tutti i cittadini che hanno seguito un corso di Bls-d lo possono utilizzare. Sono già 23.000 le persone in grado di valutare il pericolo dell’arresto cardiaco, di riconoscere le condizioni di coscienza e di respiro della persona, che sono capaci di avviare un massaggio cardiaco in autonomia o guidati telefonicamente dalla centrale per il ripristino delle funzioni cardiache.
Negli istituti scolastici aretini sono stati formati 190 insegnanti di educazione fisica, che ogni anno insegnano il primo soccorso e la defibrillazione a oltre 2000 studenti. Così si hanno risultati importanti, come quello del 18 marzo scorso quando il nipote 17enne ha salvato la vita al nonno praticandogli il massaggio cardiaco imparato a scuola.