Riaprirà lunedì 4 dicembre e resterà a disposizione fino al giorno dopo Pasquetta, ovvero martedì 3 aprile 2018. Parliamo del dormitorio di piazza San Domenico, la struttura inaugurata per la prima volta lo scorso inverno e che torna dunque nei prossimi mesi.
“Ma siamo pronti ad aprirlo anche prima – sostiene l’assessore alle politiche sociali Lucia Tanti – nel caso in cui il gelo arrivi a novembre. Il mio primo pensiero di ringraziamento va a chi rende possibile il funzionamento di questi locali: la Caritas in primis, la Fraternità Federico Bindi, la Croce Rossa che ha donato un boiler e che con la Asl è impegnata a organizzare i corsi di formazione per i volontari. Un occhio di riguardo va certamente alla sicurezza: lavoreremo affinché gli agenti della polizia municipale e della polizia privata siano messi nelle migliori condizioni operative e di collaborazione per dare agio ai volontari che danno la loro disponibilità. Sempre in tema sicurezza, non cambiano rispetto allo scorso anno le modalità di accoglienza e di registrazione: il dormitorio sarà fruibile da tutte le persone maggiorenni, senza fissa dimora, che stazionano nel territorio cittadino e provinciale. Sarà possibile accedervi tramite un pass personale, corredato da foto, la cui durata massima sarà di 15 giorni e i cui contenuti verranno trasmessi alla questura.
Tuttavia, un concetto deve essere chiaro: con questo dormitorio l’amministrazione comunale risponde a un’emergenza. Quelle stanze sono un aiuto concreto, per alcuni mesi, dettato da umanità e carità cristiana. E a chi ha polemizzato in questi mesi dico: la vera vittoria non è tenere aperti i dormitori 365 giorni all’anno ma non averne bisogno. Un dormitorio sempre aperto è una risposta sbagliata che farebbe di Arezzo la calamita dei senza fissa dimora della provincia. Chi è in difficoltà sappia che noi ci siamo ma su decoro, sicurezza e percorsi di reinserimento sociale noi non indietreggiamo di un millimetro. Aiutiamo chi ha bisogno con regole precise e la prima regola è che a chi chiede sostegno si danno possibilità di riscatto ma chi lo riceve deve fare la propria parte accettando di partecipare ai percorsi di reinserimento”.