Sale a 1.951 il numero dei lavoratori ‘precari’ impiegati nello stabilimento di Amazon di Castel San Giovanni a Piacenza in eccesso rispetto al limite consentito. E che quindi hanno diritto a rivendicare l’assunzione in pianta stabile. Dunque, 651 in più dei 1.300 conteggiati al termine della prima ‘visita’ degli ispettori del lavoro di Piacenza, Parma e Reggio Emilia che ‘bussarano’ nel magazzino a dicembre dell’anno scorso. Oltre ai controlli dal punto di vista normativo e contrattuale, gli ispettori verificarono anche le autorizzazioni per la videosorveglianza e i risultati dissero che non c’erano “particolari criticità nè per le posizioni dei lavoratori dipendenti né per l’utilizzo dei dispositivi di videosorveglianza”; c’erano però troppi lavoratori somministrati rispetto al consentito nel periodo tra luglio e dicembre 2017, 1.300 appunto.
Ieri, però, alla Camera, il numero è stato aggiornato dal sottosegretario Claudio Cominardi che, in commissione, ha fatto il punto sulla vicenda Amazon in risposta alle domande di Tommaso Foti (Fdi). Ha ricordato, ad esempio che a giugno scorso è stato notificato ad Amazon “un verbale di accertamento di violazione e contestuale applicazione della sanzione pecuniaria per aver utilizzato oltre i limiti quantitativi individuati dal contratto collettivo applicato la somministrazione di lavoro a tempo determinato per i mesi di luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre e dicembre”. Amazon è stata multata anche “per aver omesso di comunicare alle rappresentanze sindacali ‘il numero dei contratti di somministrazione di lavoro conclusi, la durata degli stessi, il numero e la qualifica dei lavoratori interessati’”. Poi però è saltato fuori dell’altro.
Dopo aver notificato il verbale al colosso dell’e-commerce, gli ispettori hanno scavato più a fondo, “sono stati svolti ulteriori approfondimenti che hanno portato a ritenere che il personale ‘svantaggiato’– che per legge è escluso dal computo dei limiti alla somministrazione di lavoro- avesse anch’esso diritto al riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato in capo alla società utilizzatrice in considerazione del fatto che quest’ultima avesse violato le disposizioni di contingentamento del lavoro in somministrazione”, spiega il sottosegretario. E così si è ricalcolato “il numero dei lavoratori in eccesso considerando anche i lavoratori svantaggiati”. Risultato: 1.951 di troppo.
Dopodichè “è stata notificata alla società una nota contenente un elenco nominativo del lavoratori somministrati utilizzati oltre i limiti percentuali consentiti”. E ad ognuno di loro, l’Ispettorato di Piacenza ha scritto perchè sapessero della “possibilità di far valere il proprio diritto al riconoscimento di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato in capo ad Amazon Logistica”.
Per Cominardi, “va dunque apprezzato lo sforzo e l’impegno profuso dall’Ispettorato nazionale del lavoro che ha effettuato tali complessi accertamenti adottando ogni utile provvedimento a tutelare i lavoratori in questione”. Il sottosegretario ha giustificato anche il diniego degli uffici a una richiesta di accesso agli atti fatta dall’Ugl aggiungendo che comunque a Piacenza i sindacati sono stati incontrati e informati della “portata del provvedimento sanzionatorio” e delle comunicazioni date ai lavoratori che possono vantare il diritto all’assunzione. Per Foti, però, mancano ancora alcuni dati dei lavoratori risultati irregolari nell’ultima ispezione.
Notizia tratta dal sito www.dire.it