La transizione dell’Europa verso un futuro sostenibile e low-carbon sarà una grande sfida

Secondo il rapporto “Perspectives on transitions to sustainability” pubblicato oggi dell’European environment agency (Eea) passare a una società sostenibile dal punto di vista ambientale comporterà enormi sfide e richiederà cambiamenti fondamentali nel modo in cui l’Unione europea soddisfa le sue necessità di base, come cibo, energia, trasporti e alloggi.

Sfide epocali che sono al centro delle ricerche e delle discussioni di diverse comunità accademiche e politiche e il rapporto Eea ne raccoglie intuizioni e diversi punti di vista su come potrebbe avvenire una transizione così complessa.

Infatti, il rapporto Eea, presenta una varietà di prospettive analitiche sui cambiamenti sistemici, esplorando le informazioni che offrono collettivamente per la politica, la governance e la creazione di conoscenza. Il rapporto comprende 5 articoli accademici redatti da esperti internazionalmente riconosciuti nel campo della transizione verso la  sostenibilità. Per ognuna delle cinque prospettive, i documenti analizzano il background concettuale e la comprensione di come avvengono i cambiamenti sistemici, presentandone i punti di forza e di debolezza e le loro implicazioni per la governance.

Nel suo più recente rapporto quinquennale “SOER 2015 — The European environment — state and outlook 2015” l’Eea ha concluso che «Il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità a lungo termine dell’Europa richiederà una transizione fondamentale dai  sistemi di produzione di consumo che portano al degrado ambientale». Come evidenziato nei cinque articoli del nuovo rapporto, «questi sistemi sono legati in modo complesso a posti di lavoro e investimenti, politiche e istituzioni, norme sociali e tradizioni. Collettivamente, queste interconnessioni possono significare che spesso molto è difficile ottenere i cambiamenti e le riforme necessari attraverso azioni business as usual».

Nonostante i loro contrastanti approcci analitici, i cinque articoli arrivano a intuizioni condivise su come realizzare le transizioni verso l’economia sostenibile e low-carbon. Pur sottolineando che «I governi da soli non possono iniziare e guidare le transizioni», evidenziano anche «Il ruolo essenziale della politica e delle istituzioni pubbliche nel sostenere la sperimentazione e l’apprendimento, l’upscaling e la riconfigurazione locale. I governi hanno anche un ruolo chiave da svolgere nel sostenere la creazione di reti di iniziative locali e nella creazione di obiettivi condivisi e quadri che possano aiutare a coordinare e indirizzare i processi a livello dell’intera società verso obiettivi di sostenibilità a lungo termine».

Insomma, senza il pubblico non ci sarà transizione, ma avremmo bisogno di una politica (e di un personale politico) all’altezza delle gigantesche sfide che dobbiamo affrontare. Invece, la situazione che abbiamo sotto gli occhi è quella di una politica che si fa dettare l’agenda dalle grandi imprese e dalle multinazionali che non hanno nessun interesse ad avviare quel cambiamento nella produzione, nei consumi e nelle abitudini di cui ci sarebbe urgentemente bisogno.

 

Notizia tratta dal sito www.greenreport.it

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