Nel 2017 sono state raccolte 182.252 tonnellate di olio lubrificante usato, pari al 45,2% del totale immesso al consumo in Italia: considerando però che oltre il 50% degli oli si consuma durante l’utilizzo all’interno dei motori delle automobili e nei macchinari industriali, il dato equivale al 99% del potenziale raccoglibile secondo quanto riferisce oggi Conou, il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati.
Si tratta di un positivo passo avanti rispetto a quanto conseguito l’anno precedente, dato che nel raccolta si era fermata a 177.000 tonnellate e l’aumento di 5mila tonnellate raccolte (+3,5%) ha avuto importanti ricadute in termini di salvaguardia ambientale: se fossero state tutte sversate in acqua, queste 5.000 tonnellate avrebbero potuto inquinare una superficie pari a 25 volte il Lago di Garda.
«Il deciso aumento dei quantitativi di raccolta, unito a una qualità che si mantiene alta consentendo una percentuale di rigenerazione vicina al 100% – spiega il presidente del Conou, Paolo Tomasi – testimoniano i vantaggi dell’economia circolare degli oli minerali usati gestiti dal Consorzio. Il 2017 è stato un anno fondamentale nel quale abbiamo cambiato il nome e l’organizzazione interna, con l’obbiettivo di rendere ancora più forti il progetto, l’innovazione e il gioco di squadra. Siamo convinti di aver creato le premesse utili per continuare a far crescere la nostra filiera e per incrementare ulteriormente le performance: i primi risultati ci danno ragione ed evidenziano che siamo sulla buona strada».
Per fare che cosa, alla fine? Delle 182.252 tonnellate di oli usati gestite, il 98% è stato conferito alle imprese di rigenerazione operanti nel sistema consortile per la produzione di nuove basi lubrificanti; una percentuale che si conferma a livelli record, rafforzando ulteriormente il primato europeo dell’Italia in questo particolare settore.
Notizia tratta dal sito www.greenreport.it